La squadra che domenica ha disputato una partita con 7 giocatori under 18 e un massaggiatore in campo è stata sanzionata dal giudice sportivo e dalla Federcalcio che ne ha revocato l’affiliazione per “gravi violazioni regolamentari”
Dopo il caso della partita di Serie C in cui il Pro Piacenza a Cuneo ha schierato in campo sette giocatori, tutti under 18, e un massaggiatore perdendo il match per 20-0, arrivano le sanzioni per quello che è stato definito più volte un episodio “vergognoso”. Prima l'esclusione dal campionato di competenza e la sconfitta a tavolino 3-0 di tutte le gare ancora da disputare, poi la decisione del presidente Figc, Gabriele Gravina, di revocare l'affiliazione del club dalla Federcalcio. Sulla vicenda è intervenuto anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport, Giancarlo Giorgetti, che ha definito "una vergogna inaudita", quanto accaduto: "L'umiliazione dei giovanissimi del Pro Piacenza è una cosa che non voglio più vedere".
Esclusioni, multe e squalifiche
La decisione della Federcalcio di revocare l’affiliazione del club, si apprende, è stata presa dopo "le gravi violazioni regolamentari nella partita di Cuneo, tali da far venire meno le condizioni minime previste dal sistema federale per la partecipazione al Campionato di Serie C, che si aggiungono alle altre numerose irregolarità documentate". Il giudice sportivo invece, oltre all’esclusione dal campionato e la sconfitta a tavolino, ha anche sanzionato il massaggiatore-calciatore, con una squalifica fino al 31 dicembre, e uno dei tesserati, Salvatore Adelfio, inibito fino al 31 dicembre 2021. Il Pro Piacenza inoltre dovrà pagare una multa di 20mila euro. Infine, anche il Tribunale Federale Nazionale ha punito, assieme ad altre tre società (Matera, Cuneo e Lucchese) il club emiliano per la mancata presentazione di una garanzia fidejussoria: le quattro squadre dovranno scontare 8 punti di penalizzazione nella stagione sportiva e pagare un'ammenda di 35.500 euro.
Il presidente della Lega Pro: i genitori dovevano opporsi
Secondo il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli, “il giudice sportivo ha preso la decisione più corretta. Le violazioni perpetrate al sistema sono state tante e tali da avere quale unica conclusione quella alla quale è giunto il giudice sportivo". Ma Ghirelli osserva anche che “in questa vicenda c'è un altro aspetto che mi inquieta: il fatto che i genitori non si siano opposti a far scendere in campo e a far vivere un'esperienza disastrosa a quei ragazzini per il solo scopo che, ai loro amici, tra qualche anno potranno dire 'mio figlio ha debuttato nel calcio professionistico'". "Non è concepibile - conclude - consentire ai propri figli di prestarsi a una situazione grottesca".