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Matteo Renzi, arresti domiciliari per i genitori dell’ex premier

Cronaca
(Foto Ansa)

Tiziano Renzi, Laura Bovoli e un imprenditore sono accusati di bancarotta fraudolenta ed emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti in relazione all’amministrazione di tre società cooperative. L'ex premier: "Provvedimento assurdo e sproporzionato"

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Arresti domiciliari per i genitori di Matteo Renzi. Nei confronti di Tiziano Renzi e Laura Bovoli, insieme a un imprenditore di Campo Ligure, viene contestata la bancarotta fraudolenta e l’emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti. L’ex premier ha annullato la presentazione del suo libro in programma questa sera alle 21 al Circolo della stampa e, terminato l'appuntamento a Nichelino, nel Torinese, secondo quanto si è appreso in ambienti del Pd, è ripartito per Firenze. In un post su Facebook ha scritto: "Ho molta fiducia nella giustizia italiana e penso che tutti i cittadini siano uguali davanti alla Legge. Dunque sono impaziente di assistere al processo. Perché chi ha letto le carte mi garantisce di non aver mai visto un provvedimento così assurdo e sproporzionato". Interpellato sulla vicenda, il vicepremier Matteo Salvini ha dichiarato: "Non c’è niente da festeggiare". "Questa cosa dolorosa non sarebbe accaduta se anche la sinistra avesse accettato di realizzare la nostra riforma della giustizia - ha commentato Silvio Berlusconi - con separazione dei giudici dai pm, che devono avere una carriera diversa". Fonti vicine all'ex premier hanno fatto sapere che Renzi ha convocato per domani alle 16 una conferenza stampa in Senato.

Le ipotesi di reato

I tre, secondo quanto si apprende, sono stati nel tempo amministratori di fatto di tre società cooperative, due delle quali dichiarate fallite. Le ipotesi di reato contestate riguardano da un lato l'emissione, tra il 2013 e il 2018, di fatture per operazioni inesistenti all'interno di una delle società e, dall'altro, un'ipotesi di bancarotta fraudolenta che sarebbe stata commessa per le due altre società cooperative tra il 2010 e il 2013.

La vicenda

L’inchiesta è partita da due fatture sospette e riguarda la società “Eventi 6” di Rignano sull'Arno, di cui è titolare Laura Bovoli, specializzata in volantinaggio, marketing e promozione di eventi. In particolare gli inquirenti hanno voluto approfondire cosa ci fosse dietro due fatture da 140mila e 20mila euro emesse dalla società per prestazioni che sarebbero state fornite all’azienda dell'imprenditore Luigi D'Agostino. Il sospetto dei magistrati fiorentini è che le fatture non corrispondessero alle prestazioni effettivamente erogate, in particolare quella da 140mila euro riguardante lo studio di fattibilità per un centro commerciale che D'Agostino voleva aprire in Toscana. In un'intercettazione, l'imprenditore stesso aveva affermato che avrebbe gonfiato l'importo rispetto al valore che era "al massimo 50-60-70 mila euro". La data di apertura del processo a Firenze per le fatture sospette della “Eventi 6” era già stata fissata per il 4 marzo.

Renzi su Facebook: se non avessi fatto politica la mia famiglia non sarebbe stata sommersa dal fango

Nel lungo post su Facebook, Renzi ha poi aggiunto: “Adesso chi crede nella giustizia aspetta le sentenze. Io credo nella giustizia italiana e lo dico oggi, con rispetto profondo, da servitore dello stato. Arriveranno le sentenze e vedremo se questi due cittadini settantenni, incensurati, sono davvero i pericolosi criminali che meritano - oggi, casualmente proprio oggi - questo provvedimento. Arriveranno le sentenze e misureremo la credibilità delle accuse. Arriveranno le sentenze e vedremo chi è colpevole e chi no”. Poi l’ex premier si dice dispiaciuto e afferma di sentirsi responsabile perché “se io non avessi fatto politica, la mia famiglia non sarebbe stata sommersa dal fango. Se io non avessi cercato di cambiare questo paese i miei oggi sarebbero tranquillamente in pensione. Dunque mi sento responsabile per il dolore dei miei genitori, dei miei fratelli, dei miei figli e dei miei nipoti. I dieci nipoti sanno però chi sono i loro nonni. Sanno che possono fidarsi di loro. E sanno che ciò che sta avvenendo è profondamente ingiusto”. E conclude: “Io non mollo di un solo centimetro. Se qualcuno pensa che si possa utilizzare la strategia giudiziaria per eliminare un avversario dalla competizione politica sappia che sta sbagliando persona. Chi ha letto le carte dice che di questa storia si parlerà a lungo e che siamo davanti a una decisione assurda. Io non ho letto le carte, aspetto le sentenze. So però ciò che hanno fatto in questi anni alla mia famiglia. E mi basta per dire che non accetteremo nessun processo nelle piazze o sul web. I miei genitori si difenderanno in aula, come tutti i cittadini. Io continuerò a combattere per questo Paese, forte della mia onestà. Forte delle mie idee. Forte dell’affetto di tanta gente che sa perfettamente che cosa sta accadendo”.