L’associazione lancia l’allarme: “Tutta la penisola è interessata, le esondazioni hanno distrutto centinaia di ettari coltivati”. Negli ultimi dieci anni il cambiamento climatico ha provocato miliardi di danni al settore. Si valuta di richiedere lo stato di calamità
Centinaia di ettari di coltivazioni distrutti, “finiti sott’acqua e invasi dal fango”. È l’allarme lanciato da Coldiretti in Emilia-Romagna, dove i terreni seminati a grano e quelli preparati per le bietole e il mais sono stati sommersi dall’esondazione del fiume Reno (LE FOTO). L'ondata di maltempo ha colpito l'agricoltura "lungo tutta la penisola, dalla Toscana alla Campania dove il Sarno non ha retto alla piena e ha provocato danni ingenti alle serre e alle colture in pieno campo", sottolinea ancora Coldiretti. I danni nelle campagne potrebbero "arrivare a milioni di euro" e ora l’associazione valuta la possibilità di richiedere lo stato di calamità.
“In dieci anni 14 miliardi di danni per cambiamento climatico”
"Il livello idrometrico del Po è salito di quasi due metri nella notte. Lo stato del principale fiume italiano è rappresentativo delle difficoltà in cui si trovano altri fiumi e torrenti lungo la penisola dove si sono verificate evacuazioni ed allagamenti”, continua Coldiretti. Una svolta improvvisa arrivata dopo giorni di siccità al Nord, con terreni aridi e bacini a secco. "L'andamento anomalo di questo inizio 2019 conferma i cambiamenti climatici in atto che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo”, sottolinea l’associazione. “Il ripetersi di eventi estremi sono costati all'agricoltura italiana oltre 14 miliardi di euro in un decennio tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne".
Si rischia di perdere l’intero anno di raccolto
"Stiamo rilevando i danni insieme con i nostri tecnici e nostri associati per verificare se ci sono le condizioni per chiedere lo stato di calamità", annuncia la presidente di Coldiretti Bologna, Valentina Borghi. "Ciò che si è verificato sul Reno ci deve far riflettere sulla necessità di una rigorosa prevenzione", sottolinea. La coltura più colpita dall'alluvione del Reno è il grano. "Da un primo esame sono stati colpiti oltre 200 ettari di terreno agricolo coltivato soprattutto a seminativo ed è stata allagata anche la cantina sociale di Argelato. Sott'acqua in campagna è finito il grano già seminato e c'è il rischio che l'intero raccolto di un anno vada perduto per decine di aziende. Se l'acqua non defluisce in fretta le radici delle piantine di grano soffocheranno. A rischio anche le semine primaverili di mais e barbabietole".