Omicidio Pamela, no al rito abbreviato. Oshegale chiede scusa. La madre: "Presa in giro"

Cronaca

L'imputato ha chiesto scusa alla famiglia della 18enne uccisa leggendo una lettera durante l'udienza di oggi. Il gup ha respinto la richiesta di abbreviato. Il processo inizierà a febbraio. Il pusher è accusato di aver violentato, ucciso e fatto a pezzi la ragazza

No al rito abbreviato, che prevede uno sconto di pena. Il processo di fronte alla Corte d’Assise a carico di Innocent Oseghale, il pusher nigeriano accusato di avere ucciso, fatto a pezzi e violentato Pamela Mastropietro, si svolgerà con rito ordinario a partire dal 13 febbraio 2019. E' quanto deciso dal gup Claudio Bonifazi, respingendo la richiesta della difesa. L'imputato, che continua a dire di non aver ucciso Pamela, ha chiesto scusa ai familiari della 18enne leggendo una lettera durante l'udienza. "Le sue scuse per me sono una presa in giro", ha risposto la madre della ragazza, Alessandra Verni. 

La versione dell'imputato e la reazione della famiglia

Nella lettera, letta in inglese, Oseghale afferma di avere fatto a pezzi il corpo di Pamela, poi chiuso in due trolley e abbandonato nelle campagne di Pollenza, solo dopo che la ragazza era morta per overdose di eroina nel suo appartamento, in via Spalato, il 30 gennaio scorso. "Ho incontrato lo sguardo di Oseghale e lui ha abbassato gli occhi", ha raccontato la madre di Pamela Mastropietro, Alessandra Verni. Il legale della famiglia e zio della ragazza, Marco Valerio Verni, spera invece che dal dibattimento possano venire fuori ulteriori elementi di indagine: "Oseghale non può avere fatto tutto da solo".

Insulti all’imputato e al sindaco

Questa mattina, davanti al tribunale di Macerata dove si è svolta l’udienza preliminare, un gruppo di manifestanti ha insultato l’imputato, al grido di “assassino, mostro”. Oltre a Oseghale, è stato contestato anche il sindaco di Macerata, Romano Carancini. "Sono aspetti che mi lasciano perplesso da sindaco”, ha commentato all’AdnKronos il primo cittadino. “Queste persone non erano maceratesi, hanno insultato i maceratesi ed è inaccettabile per la mia comunità che continua a vivere con grande dolore e discrezione la vicenda di Pamela". Carancini se la prende con questi "ultrà della giustizia: ci piacerebbe sapere chi sono e chi li ha mandati ad avvelenare il clima". "Abbiamo bisogno che la giustizia sia fatta di legalità e che possa arrivare attraverso la giustizia dei tribunali", ha concluso il sindaco che ha deciso di costituire il suo Comune come parte civile nel processo.

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