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Crollo ponte Morandi, sindaco Bucci: tirarlo giù prima di Natale

Cronaca

Il commissario per la ricostruzione a Genova ha dato le scadenze per l’abbattimento di ciò che resta del viadotto: “Se cominciamo a dicembre abbiamo grandi possibilità di avere il nuovo ponte a fine 2019". Intanto Aspi dice: da risultati monitoraggi nessun allarme

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"Bisogna cominciare a lavorare sul ponte per tirarlo giù prima di Natale”. Marco Bucci, sindaco di Genova e commissario per la ricostruzione, ha parlato delle tempistiche per l’abbattimento definitivo di ciò che resta del ponte Morandi. “Se cominciamo prima di Natale a demolirlo abbiamo veramente delle grosse possibilità di avere un nuovo ponte a Natale 2019". Intanto oggi Autostrade, parlando della ristrutturazione delle pile 9 e 10 del ponte, ha fatto sapere che i risultati dei monitoraggi sul ponte Morandi "non avevano segnalato motivi di allarme o di urgenza". I monitoraggi, eseguiti anche da consulenti esterni, sullo stato di efficienza degli stralli "erano conosciuti da Ministero, Provveditorato e consulenti esterni e nessuno - con le strutture tecniche della società - ha mai ritenuto ci fossero motivi di allarme o di urgenza".

Bucci: privato o pubblico, basta siano i migliori

Il sindaco Bucci in mattinata ha partecipato ad un evento insieme al presidente dell'Anac Cantone. E ha espresso giudizi e pareri sull’iter della ricostruzione. A chi gli chiedeva un commento alle parole del ministro per le Infrastrutture Toninelli sulla necessità che il ponte vada ricostruito da società pubbliche, Bucci ha detto: "Certamente ci saranno società pubbliche come ci saranno anche società private. Io non penso che pubblico e privato siano uno cattivo e l'altro buono. Voglio scegliere i migliori e i migliori possono essere sia nel pubblico che nel privato” (GLI SFOLLATI RIENTRANO IN CASA).

Le polemiche sul decreto

Bucci si è soffermato anche su alcune polemiche che stanno accompagnando il decreto Genova: “I 600 emendamenti non allungheranno i tempi. Quelli che ho visto io sono tutti molto positivi e servono a Genova come città e a Genova per fare il ponte”. Ha spiegato che la possibilità di infiltrazioni mafiose nei lavori ma che "essere preoccupati vuol dire porsi il problema e cercare di trovare delle soluzioni”. Infine ha ribadito che il maggior problema del decreto è "l'interpretazione della parola ‘deroga’. Se si intende che si può fare tutto quello che si vuole senza nessun controllo capisco bene le perplessità di Cantone che sono anche le mie. Io voglio che ci sia un controllo”.

Cantone: non spetta a me dare giudizi

Sul decreto si è espresso anche il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone, oggi nel capoluogo ligure. "Non spetta a me dare giudizi, men che meno fare proposte. Governo e Parlamento possono fare quello che ritengono e faranno le loro valutazioni. Ho espresso le mie perplessità che vanno nella logica collaborativa: proviamo a far partire il più velocemente possibile i lavori e soprattutto a farli partire senza che si verifichino intoppi successivi”.