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Attentato alla sede della Lega a Villorba, per la procura è terrorismo

Cronaca

"Gli atti sono arrivati senza esitazione alla Procura distrettuale di Venezia", spiega il procuratore di Treviso sul tentativo fallito di colpire la sede del Carroccio con due ordigni negli scorsi giorni

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"È terrorismo e gli atti sono arrivati senza esitazione alla Procura distrettuale di Venezia". Non ha dubbi il procuratore della Repubblica di Treviso, Michele Dalla Costa, sul caso del fallito attentato alla sede provinciale della Lega di Treviso, a Villorba, dove negli scorsi giorni sono stati ritrovati due oggetti esplosivi che non hanno causato feriti.

Due ordigni diversi, solo il primo è scoppiato

Intanto si delinea la dinamica di quanto accaduto. Un primo ordigno, presumibilmente una innocua "bomba carta", messa su un pianerottolo di una scala metallica antincendio sul retro del palazzo chiamato "K3", sede della Lega, sarebbe stata fatta esplodere nelle prime ore di sabato mattina, 11 agosto. Si ritiene che l’esplosione avesse lo scopo di attirare sul posto le forze dell'ordine. Allertati da alcuni residenti della zona che non hanno saputo dire esattamente da che direzione arrivasse lo scoppio, gli uomini intervenuti nell'area avrebbero controllato le sedi di istituti di credito e negozi, e l'esterno della sede della Lega, verificando l'assenza di anomalie all'ingresso principale del palazzo, come ha precisato oggi il questore di Treviso, Maurizio Dalle Mura.

La scoperta della seconda bomba 

La possibilità che lo scoppio potesse essere arrivato dal K3 sarebbe stata presa in considerazione dalla Polizia solo pochi giorni dopo, a Ferragosto, attraverso la lettura di un messaggio di rivendicazione firmato da una sedicente cellula anarchica, datato 12 agosto ma, come sembra, diffuso attraverso il web solo tre giorni più tardi. Da lì la scelta di effettuare un ulteriore controllo, nel primo pomeriggio di ieri (16 agosto), con il ritrovamento di un secondo oggetto esplosivo (con maggiore potenzialità deflagrante). Il secondo ordigno era dotato di un sistema di innesco attivabile dal passaggio di persone e dalla tensione di un filo di nylon. Questa seconda "bomba" - forse una pentola a pressione contenente anche frammenti metallici - è stata neutralizzata ieri dagli artificieri della Polizia. In base alle valutazioni degli artificieri, ha confermato poi il questore di Treviso, "il secondo ordigno avrebbe potuto ferire seriamente" le persone nelle vicinanze.