Corruzione, Montante dai domiciliari al carcere: "Inquinava le prove"
CronacaIl gip ha inasprito la misura cautelare nei confronti dell'ex presidente di Sicindustria agli arresti domiciliari dallo scorso 14 maggio. L'imprenditore avrebbe cercato di distruggere documenti cartacei e 24 pen drive
L'ex presidente di Sicindustria, Antonello Montante, è stato condotto in carcere. Lo ha stabilito un provvedimento del Gip di Caltanissetta che, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, ha inasprito la misura cautelare nei confronti dell'imprenditore siciliano agli arresti domiciliari dallo scorso 14 maggio. Per lui l'accusa è quella di corruzione e di avere creato una rete di talpe in grado di spiare indagini e magistrati, composta anche da investigatori e 007.
L'arresto di Montante nel pomeriggio
Nel pomeriggio del 24 maggio Montante è stato condotto in carcere dagli agenti della Squadra mobile di Caltanissetta che sono andati a prelevare l'imprenditore nella sua abitazione di Serradifalco. Le motivazioni che hanno indotto il giudice a inasprire la misura sono riconducibili, hanno spiegato gli inquirenti, "alla grave condotta di inquinamento di prove" messa in atto dall'industriale. Secondo i giudici, Montante avrebbe messo in atto un'attività di inquinamento probatorio già in occasione del suo arresto avvenuto a Milano lo scorso 14 maggio quando l'arrestato si sarebbe barricato in casa per quasi due ore, non aprendo ai poliziotti e distruggendo documenti e circa ventiquattro pen drive. Secondo quanto reso noto, Montante avrebbe inoltre tentato di disfarsi di altra documentazione poi trovata e sequestrata dagli agenti della Squadra mobile di Caltanissetta. Solo una minuziosa perquisizione avrebbe poi permesso agli agenti di recuperare parte della documentazione su un pozzo luce su cui si affaccia il salone dell'abitazione di Montante.
Le prove recuperate
Secondo quanto reso noto, alcune pen drive, dopo essere state messe in un sacchetto di plastica, sarebbero state buttate dall'arrestato in un cortile adiacente al palazzo, ma anche queste erano state recuperate. Infine era stato recuperato sul balcone di un vicino di casa di Montante anche uno zainetto del quale l'imprenditore avrebbe cercato di disfarsi nelle concitate fasi dell'arresto. Dentro lo zaino sarebbero state ritrovate altre pen drive e altra documentazione cartacea. Ma le "gravi condotte"sono proseguite anche dopo l'arresto dell'indagato. Infatti, una volta condotto agli arresti domiciliari a Serradifalco, dopo l'interrogatorio di garanzia avvenuto lo scorso 15 maggio, Montante ha violato le prescrizioni impostegli dal giudice. I poliziotti della Squadra Mobile hanno infatti documentato che all'interno della villa in questi giorni è stato consentito l'accesso a persone non autorizzate.