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Ragazza morta in Pakistan, dubbi sulle dinamiche della morte

Cronaca

Sana Cheema, 25enne residente a Brescia, sarebbe stata uccisa perché contraria all’unione decisa per lei dalla famiglia. Un amico: "A Gujarat vicenda archiviata come morte da infarto". Nessuna certezza su quanto effettivamente accaduto

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Continuano ad essere poco chiare le dinamiche che hanno portato alla morte di Sana Cheema, 25enne residente a Brescia uccisa in Pakistan. Pare che la giovane si fosse ribellata al matrimonio combinato dalla sua famiglia e per questo sarebbe stata sgozzata nel distretto pakistano di Gujarat, dove era nata. In un primo momento sembrava che fossero stati fermati il padre e il fratello della giovane in seguito alla denuncia dalla madre. Notizia poi smentita dal portavoce della comunità pakistana di Brescia. Secondo un amico di Sana, però, la vicenda in Pakistan sarebbe stata archiviata come "morte causata da un infarto".

Voleva tornare in Italia

La ragazza era partita a novembre con sua madre e sarebbe stata raggiunta in Pakistan dal padre nei primi giorni di aprile. Secondo quanto riferito dagli amici di Sana, la giovane sarebbe stata uccisa perché contraria alle costrizioni della famiglia: pare che la ragazza avesse già un fidanzato (un giovane italiano di seconda generazione, non un cristiano come si pensava inizialmente). Sana aveva preso la cittadinanza italiana a settembre ed era una giovane molto bene inserita nella comunità italiana. Pare, infatti, che il suo obiettivo fosse quello di rientrare in Italia dopo il viaggio in Pakistan.

Gli amici: "Dal Pakistan vicenda chiusa come morte per infarto"

"Dal Pakistan ci è stato detto che la vicenda è stata chiusa come morte per infarto e che il padre e il fratello di Sana sono tornati a casa". A riferirlo è un amico di Sana Cheema. "In Pakistan non c'è giustizia e tutti gli abitanti del villaggio dove vive la famiglia di Sana sono convinti che i familiari siano innocenti", ha detto l'amico della giovane che è residente nello stesso quartiere di Brescia e che sarebbe in contatto con alcuni parenti che vivono nello stesso distretto della famiglia Cheema in Pakistan.

Nel 2006 il caso di Hina Saleem

Se le dinamiche dell'omicidio di Sana fossero confermate, questo episodio sarebbe molto simile a quello di Hina Saleem, la ragazza pachistana uccisa dal padre con la complicità di due generi, nell'agosto del 2006 in Lombardia, nel Bresciano. Il suo cadavere era stato ritrovato sepolto nel giardino di casa. Hina era stata sgozzata perché voleva vivere secondo le usanze occidentali e i suoi parenti non lo accettavano. La Cassazione, nel 2010, ha confermato la condanna per il padre della vittima a 30 anni di carcere, sottolineando come l’omicida avesse agito per un "patologico e distorto rapporto di 'possesso parentale'".