Caiata espulso dal M5S dopo l'inchiesta per riciclaggio

Cronaca
Luigi Di Maio presenta il candidato Salvatore Caiata, 29 gennaio 2018, Roma (Ansa)

Il presidente del Potenza Calcio sarebbe coinvolto in un'indagine a Siena: "Sorprendente il tempismo a dieci giorni dal voto". Di Maio: "La sua fedina penale era pulita" LO SPECIALE

Dopo la notizia di un suo coinvolgimento in un'inchiesta per riciclaggio a Siena, Salvatore Caiata, presidente del Potenza Calcio e candidato del M5S in Basilicata, è stato esplulso dal Movimento. "Sono totalmente convinto della mia buona volontà, della mia buona fede e della mia innocenza ma non voglio che il M5s abbia alcun danno da questa vicenda”, ha scritto su Facebook, dove ha anche precisato che “la vicenda tirata fuori dai giornali è una storia vecchia del 2016 e già conosciuta”. “La sua fedina penale era pulita, apprendiamo oggi per la prima volta dell’indagine”, ha dichiarato il candidato premier pentastellato Luigi Di Maio, che ha confermato che “omettere un'informazione del genere giustifica l'esclusione dal MoVimento 5 Stelle". Secondo i quotidiani che questa mattina hanno riportato la notizia, l'indagine riguarderebbe passaggi di fondi nell'ambito dell'acquisto di bar e ristoranti nella città toscana, dove l'imprenditore è titolare di varie attività.(LO SPECIALE ELEZIONI).

“Tempismo sorprendente”

“Metto totalmente a disposizione tutta la documentazione che possa servire per chiarire questo attacco che mi viene rivolto e mi autosospendo dal Movimento”, ha annunciato Caiata nel suo post. "Per me stamattina non è stato un buon risveglio, perché mi sono trovato coinvolto in questo ciclone mediatico che mi lascia sbalordito, triste, dispiaciuto, furibondo, con chi senza pietà e senza sapere distrugge la vita di una persona che si è sempre comportata per bene - ha continuato - Sono una persona perbene e mio figlio può essere orgoglioso di suo padre perché ha sempre fatto tutto in modo onesto". E commenta ironicamente: “È sicuramente sorprendente la tempestività con cui una notizia vecchia di due anni venga riportata oggi, da tutti i media nazionali, a meno di dieci giorni dal voto".

“Ritenevo la vicenda fosse stata archiviata”

"La vicenda tirata fuori dai giornali è una storia vecchia del 2016 e già conosciuta - aggiunge Caiata - rispetto alla quale a suo tempo ho messo a disposizione tutta la documentazione necessaria per chiarire la mia posizione e che ad oggi ritenevo fosse stata archiviata, motivo per cui non ne ho fatto cenno con il M5s". Il presidente del Potenza calcio dice anche di avere "molta fiducia in quello che la magistratura vorrà dire, anzi spero e invito la Procura a dire come, da questa indagine, non sia emerso assolutamente niente sul mio conto. Condanno fortemente e violentemente i giornalisti che senza pietà e, per loro interesse, stanno massacrando una persona perbene".

Controlli su passaggi di proprietà e quote societarie

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, "le verifiche affidate alla Guardia di Finanza riguardano il reimpiego di capitali attraverso alcune aziende e conti correnti anche esteri. Controlli condotti nel massimo riserbo che si concentrano sul passaggio di proprietà di quote societarie". Nell’indagine sarebbe coinvolto anche un altro uomo con cui Caiata avrebbe "concluso diversi affari legati proprio al passaggio di proprietà di bar e ristoranti". Le verifiche si sarebbero poi allargate a una terza persona, un imprenditore kazako molto conosciuto nella zona.

Il legale: “Mai stati convocati”

Sulla vicenda è intervenuto anche il legale di Caiata, Enrico De Martino, che ha spiegato che il suo assistito “ha ricevuto, agli inizi del 2017, una richiesta di proroga d'indagini preliminari su un fascicolo aperto a metà 2016 per fatti relativi al trasferimento fraudolento di valori in materia di riciclaggio. Da allora, nonostante la nostra piena disponibilità a chiarire qualsiasi contestazione, non abbiamo ricevuto nessuna convocazione". L'avvocato ha incontrato stamani il procuratore capo del tribunale di Siena Salvatore Vitello, titolare dell'indagine sul candidato pentastellato. "Ho ribadito la disponibilità del mio assistito ad essere ascoltato anche perché non sappiamo con certezza da cosa dovremmo difenderci", ha aggiunto De Martino: "A marzo dello scorso anno abbiamo anche depositato una memoria di 20 pagine con oltre 30 documenti contabili delle operazioni relative alle società riconducibili al mio assistito. Mi sembra si faccia molto rumore per nulla e comunque ne sanno più i giornalisti di me".

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