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Baby gang a Napoli, Minniti: "una sorta di terrorismo urbano"

Cronaca

Il ministro dell'Interno dopo il vertice in prefettura nel capoluogo campano fa sapere che sono stati individuati i responsabili delle ultime aggressioni. Poi l'annuncio: subito 100 unità nella città per controllare zone maggiormente frequentate dai giovani

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"Possiamo dire di essere sulla buona strada o di aver già individuato i responsabili delle violenze inaccettabili di questi giorni a Napoli". A dirlo è il ministro dell’Interno, Marco Minniti, al termine del vertice con le forze dell'ordine che si è tenuto oggi in prefettura, nel capoluogo campano. L'incontro si è tenuto in risposta all'escalation di aggressioni a minori da parte di gruppi di giovanissimi che si sono verificate nell'ultimo periodo nel Napoletano. E una decisione è stata già presa: a Napoli saranno subito destinate 100 unità, per controllare le zone più frequentate dai ragazzi.

Le indagini sul metodo usato dalle baby gang

Arrivare a questo punto delle indagini è stato possibile "grazie all'aumento dell'efficienza dei mezzi di contrasto, in particolare la videosorveglianza", ha sottolineato Minniti, che ha poi spiegato: "Non dico che i componenti delle baby gang siano terroristi, ma usano metodiche di carattere terroristico: quella di colpire perché si è casualmente in un posto". Per il ministro c’è poi "un'assimilazione di metodiche tipiche di altre attività criminali. C'è una violenza nichilista che non ha alcun rispetto per il valore della vita, ed è ancora più drammatico se impatta con dei giovanissimi". Infine l'annuncio: subito 100 unità destinate a Napoli, per controllare le zone più frequentate dai giovani.

A Napoli in arrivo 100 unità per rafforzare sicurezza

Proprio pergarantire la sicurezza in città, Minniti ha fatto sapere che "verrà rafforzato il controllo dell'ordine pubblico con l'invio di reparti straordinari, 100 unità destinate al controllo di quelle zone maggiormente frequentate dai giovani". "Non consentiremo - ha aggiunto il responsabile del Viminale - alle baby gang di cambiare le abitudini dei giovani napoletani".

L'escalation di violenza

Il vertice in prefettura arriva dopo il susseguirsi di casi di aggressioni violente nel Napoletano dell’ultimo periodo, a partire da quello di Arturo, il 17enne accoltellato. La sera del 15 gennaio, davanti alla stazione della metropolitana "Policlinico", un 16enne è stato picchiato da un gruppo di ragazzi, di età compresa tra i 16 e i 18 anni, che non conosceva. I suoi aggressori gli hanno rotto il naso. Lo stesso giorno, due ragazzi erano stati aggrediti nella villa comunale di Pomigliano d’Arco, da un gruppo di 10 persone. Picchiati e derubati, entrambi avevano riportato contusioni al volto e all’addome. Nei giorni precedenti, altri episodi di violenza. A Chiaiano, un 15enne era stato picchiato da una baby gang e per le lesioni subite gli era stata asportata la milza. La città, il 13 gennaio, aveva già risposto alle aggressioni con una “marcia degli ombrelli” per chiedere più sicurezza e rispetto delle regole. Oltre che contro le baby gang i cittadini avevano protestato anche contro la movida napoletana, sempre più molesta. 

Minniti e l'incontro con le vittime

Lo stesso Minniti ha detto di aver incontrato le famiglie dei ragazzi aggrediti. "È stato un incontro importante che considero elemento di arricchimento. Ho incontrato persone coraggiose - ha aggiunto - che hanno subito un gravissimo e inaccettabile dolore e mostrato una forza di reazione straordinaria".