Istat: aumentano i laureati italiani che vanno all'estero, +9%

Cronaca
(foto d'archivio Ansa)
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Secondo l’Istituto di statistica, inoltre, nel  2016 sono aumentati sia immigrati che emigrati. Tornano a crescere anche le migrazioni interne

Nel 2016, rispetto all’anno precedente, in Italia sono aumentate sia le immigrazioni che le emigrazioni (cancellazioni dall'anagrafe per l'estero). Lo dice l'Istat nel  report “Migrazioni internazionali ed interne della popolazione residente” che è stato presentato oggi, 29 novembre, a Roma. L’Istituto di statistica fa sapere anche che negli ultimi dieci anni le immigrazioni si sono ridotte del 43%, passando da 527mila nel 2007 a 301mila nel 2016, mentre le emigrazioni sono più che triplicate passando da 51mila a 157mila. Nel 2016 il saldo migratorio netto con l'estero torna a crescere dopo aver registrato il valore più basso nel 2015, raggiungendo quota 144mila (+8% rispetto al 2015) per effetto del maggiore aumento delle immigrazioni rispetto alle emigrazioni. Una dinamica positiva che limita il calo demografico dovuto al saldo naturale negativo (-142mila). Le emigrazioni nel 2016 hanno registrato un +7% rispetto al 2015, aumento dovuto esclusivamente agli italiani che lasciano il Paese. Crescono del 19% gli emigrati di cittadinanza italiana nati all'estero.

Le nazionalità più presenti

La comunità romena, con 45mila iscritti all’anagrafe, è sempre la più numerosa tra i flussi di immigrazione in Italia. Ma continuano a crescere anche gli arrivi dall'Africa. Dopo i romeni, la seconda comunità è quella pakistana (15mila). Seguono nigeriani (15mila), marocchini (15mila), albanesi (13mila) e cinesi (12mila). Per quanto riguarda i cittadini africani, incrementi significativi degli ingressi si registrano per i cittadini guineiani (+161%), ivoriani (+73%), nigeriani (+66%) e ghanesi (+37%). Sono molto consistenti anche i flussi di pakistani (15 mila, +30%), albanesi (13mila, +12%) e brasiliani (10 mila, +50%). In calo, invece, le immigrazioni dei cittadini di area asiatica: cingalesi (-18%), cinesi (-17%), bengalesi (-14%) e indiani (-11%).

I laureati lasciano l’Italia

L’Istat, nel suo report, certifica anche che i laureati italiani che lasciano il Paese sono in aumento. Sono quasi 25mila nel 2016 (+9% sul 2015), anche se, fa notare l’Istituto di statistica, tra chi emigra restano più numerosi quelli con un titolo di studio medio-basso (56mila, +11%). Per quanto riguarda le destinazioni, il Regno Unito si conferma il Paese preferito da chi va via dall'Italia: lo sceglie il 21,6%, seguito dalla Germania (16,5%), dalla Svizzera (9,9%) e dalla Francia (9,5%).

Torna a crescere l'emigrazione interna

Nel 2016, dice ancora l’Istat, torna a crescere anche l’emigrazione interna. Il fenomeno era in calo da tre anni. Nel 2016 i trasferimenti hanno coinvolto un milione e 331mila persone (+4% sul 2015), con spostamenti per lo più di breve e medio raggio. Nel 76% dei casi avvengono tra comuni della stessa regione (1 milione e 6mila). Il confronto con il 2015, fa sapere l’Istat, mette in evidenza un aumento di attrattività per quasi tutte le regioni del Centro-Nord e, viceversa, una propensione più marcata a lasciare le regioni del Mezzogiorno. Le province più attrattive sono Bologna, Rimini e Trieste. Il saldo migratorio interno, inoltre, evidenzia una perdita di residenti soprattutto nelle province siciliane e calabresi: Vibo Valentia, Enna, Caltanissetta, Reggio Calabria e Matera sono quelle con il saldo negativo più elevato. A muoversi all’interno del nostro Paese sono anche i cittadini stranieri, i cui spostamenti sono stati 230mila, circa 27mila in più rispetto al 2015. A muoversi sono sia gli uomini che le donne. Ma se per queste ultime il massimo della mobilità si registra all'età di 27 anni, per i primi è a 31 anni. Invece, l'età media di coloro che si spostano all'interno del territorio nazionale è di 34,7 anni per gli uomini e di 35,9 per le donne. Per gli stranieri, invece, è di 32 anni. L'Istat, infine, registra anche un aumento della mobilità tra gli ultrasessantacinquenni, con un +18% dal 2006 al 2016.

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