In Evidenza
Altre sezioni
altro

Referendum Lombardia e Veneto: tanti al voto nei piccoli centri

Cronaca
I grafici elaborati dall'Istituto Cattaneo sulla distribuzione dell'affluenza a livello comunale in Veneto e Lombardia

Una ricerca realizzata dall'Istituto Cattaneo evidenzia come l'affluenza sia stata tra le più alte degli ultimi anni, in entrambe le regioni. La partecipazione e i "sì" si sono registrati soprattutto nei comuni meno popolosi e non capoluogo

Condividi:

Affluenza tra le più alte degli ultimi anni e trainata dai comuni piccoli non capoluogo: sono questi i due dati principali che emergono dall'analisi realizzata dall'Istituto di ricerca Cattaneo, sulla partecipazione elettorale nei due referendum per l'autonomia del 22 ottobre. In Veneto, l'affluenza al 57% è uno dei risultati più alti degli ultimi 20 anni. In Lombardia, Milano è l'esempio della "scarsa" partecipazione dei comuni capoluogo: soltanto un milanese su quattro è andato a votare.

Veneto: l’affluenza nel tempo

L’affluenza in Veneto si è attestata ieri al 57,2%: un dato che, rileva l’Istituto, è in media con gli ultimi tre referendum costituzionali (2001, 2006 e dicembre 2016). In termini assoluti, hanno preso parte al referendum oltre 2 milioni e 300 mila elettori veneti, uno dei risultati più elevati in termini di partecipazione dal 1995 ad oggi.

Veneto:  l’affluenza nelle province

Hanno partecipato – e hanno votato di più in favore del sì – i residenti delle province di Vicenza, Verona e, in parte, Padova. Al contrario, si sono astenuti maggiormente quelli di Venezia, Rovigo e, soprattutto, Belluno.

Veneto: l’affluenza nei comuni

Con l’unica eccezione della provincia di Belluno, l’affluenza è stata decisamente maggiore nei comuni non capoluogo (in media il 10% in più di partecipazione). Il dato tocca il livello massimo nella città di Padova, dove la differenza rispetto ai comuni della provincia non capoluogo raggiunge i 18 punti percentuali. Da questo punto di vista, sottolinea il report dell’Istituto, il voto “si delinea anche come un voto proveniente dalle periferie o, comunque, rafforzato dalle voci dei territori distanti dai grandi certi urbani”.
Più “autonomisti” sono stati dunque i comuni minori (sotto i 15mila abitanti), con l’unica eccezione di Belluno, dove la partecipazione elettorale nei comuni più grandi ha superato quella dei più piccoli.

Lombardia: l’affluenza nel tempo

Nel caso della Lombardia, specifica l’Istituto, l’analisi è “meno dettagliata perché, al momento, non sono disponibili ancora i dati definitivi relativi alla consultazione referendaria”. Nonostante questo, l’Istituto ha rilevato come, in numeri assoluti, i lombardi che si sono recati ai seggi sono stati oltre 3 milioni (intorno al 39%), e appena il 4% dei votanti si è dichiarata contraria al quesito proposto. E, anche se nettamente inferiore all’affluenza registrata in Veneto, anche quella della Lombardia si attesta tra le quattro consultazioni referendarie con il maggior dato di partecipazione dal 2000 fino ad oggi.

Lombardia: l’affluenza nelle province

La partecipazione alle urne è stata più elevata nelle province del nord-est, in particolare nei territori di Bergamo, Brescia e Sondrio (zone, per inciso, di maggior radicamento della Lega nord). Invece, l’affluenza diminuisce spostandoci verso sud, con riferimento soprattutto alle province di Mantova, Cremona e Pavia.

Lombardia: l’affluenza nei comuni

Per quanto riguarda la differenza dell’affluenza tra comuni capoluogo e comuni non capoluogo, l’esito più eclatante si è registrato a Milano, dove soltanto un milanese su quattro si è recato ai seggi (circa il 26%). Tuttavia, il dato di Milano non è un caso isolato. In media, la partecipazione è stata superiore di circa 9 punti percentuali nei comuni non capoluogo di tutta la regione, sfiorando i quasi 15 punti percentuali nelle province più a Nord come Bergamo, Brescia e Como. Anche per la Lombardia, si conferma la tendenza già vista per il Veneto: la partecipazione è stata trainata maggiormente dalle zone più periferiche o, più precisamente, dai comuni più piccoli e non dai grandi centri urbani.