Bari, assaltò un portavalori nel 2015: arrestato grazie al Dna
CronacaAttraverso le analisi scientifiche su materiale ritrovato in una delle auto utilizzate per la rapina, gli investigatori hanno individuato uno dei membri del commando che attaccò due blindati nella zona commerciale della città pugliese
Individuato e arrestato a quasi due anni di distanza dal reato che avrebbe commesso, grazie alle indagini scientifiche. È stato infatti attraverso il Dna che un 39enne di Andria è stato riconosciuto come uno dei componenti del commando, composto da almeno 10 persone, che il 29 ottobre 2015, con un assalto in pieno giorno condotto con uno stile militare, attaccò due furgoni portavalori nella zona industriale di Bari, nei pressi del centro commerciale Barimax. I blindati trasportavano un ingente carico di denaro per conto della Banca d'Italia.
Le indagini
L'inchiesta è stata condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri e ha permesso di individuare il percorso compiuto dagli assalitori e le auto utilizzate per l'attacco. E proprio all'interno di una di queste vetture è stato possibile rinvenire del materiale che, prelevato dalla sezione investigazioni scientifiche dei carabinieri di Bari e analizzato da personale del Ris di Roma, ha consentito l'estrapolazione del Dna appartenente all'arrestato.
Attacco in grande stile
Secondo l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della locale Procura della Repubblica, l'uomo sarebbe responsabile di rapina aggravata in concorso, detenzione e porto in luogo pubblico di armi, ricettazione e furto aggravato di autovetture. Il Tribunale del Riesame, appellato dall'interessato contro il provvedimento restrittivo, si è pronunciato confermando la misura. Un provvedimento articolato legato al fatto che l'attacco fu condotto con un notevole dispiegamento di mezzi e con uno stile decisamente aggressivo. Per bloccare i portavalori, gli assalitori speronarono il convoglio e lo fecero fermare, facendo ricorso anche a diversi colpi di kalashnikov. Successivamente, utilizzando un flessibile, tagliarono la carrozzeria dei blindati prima che il sistema antifurto entrasse in funzione. Durante e dopo la rapina, la tangenziale di Bari rimase a lungo bloccata in quanto i rapinatori, per facilitarsi la fuga, misero come ostacolo sulla carreggiata diversi automezzi pesanti, dati alle fiamme, al fine di ritardare e rendere difficoltoso l'intervento delle forze dell'ordine e dei mezzi di soccorso.