La bimba di 23 mesi era morta nel 2005 nel Vercellese per un violento colpo alla schiena. La mamma, Elena Romani, era stata già assolta in via definitiva. Il delitto resta senza un colpevole
A distanza di 11 anni, l’assassino della piccola Matilda Borin rimane senza volto. Antonio Cangialosi, l'ex compagno di Elena Romani, la mamma della bimba di 23 mesi morta per un violento colpo alla schiena nel 2005 a Roasio, nel Vercellese, è stato assolto dall’accusa di omicidio. La donna, dopo essere stata assolta in tutti i gradi di giudizio, si era costituita parte civile contro l'ex-amante.
Assolto con rito abbreviato - Questa mattina, dopo circa due ore di camera di consiglio al termine di un processo celebrato con rito abbreviato, il Gup di Vercelli ha assolto Antonio Cangialosi dall'accusa di omicidio preterintenzionale, per la quale il procuratore aveva chiesto una condanna di otto anni.
La tesi dell’accusa - Secondo l'accusa Cangialosi avrebbe colpito la piccola Matilde, che aveva appena vomitato, per farla smettere di piangere, approfittando dei pochi minuti durante i quali la madre era andata in balcone a stendere il bucato. L'ex-bodyguard aveva poi chiamato per primo l'ambulanza e il suo comportamento nelle ore successive all'omicidio aveva fatto ricadere tutti i sospetti soltanto su Elena Romani. Dopo che la donna era stata assolta in via definitiva, la Cassazione aveva annullato il "non luogo a procedere" nei confronti di Cangialosi, riaprendo un caso che i legali della madre avevano a suo tempo definito un "mostro giuridico".
La reazione della madre - "Questa non è la verità, ma andiamo avanti perché voglio giustizia per la mia bambina" ha affermato la mamma della piccola Matilda. I legali della donna hanno annunciato ricorso in corte d'assise d'appello. "In quella villetta erano presenti due persone, Matilda non può essersi inferta da sola le ferite mortali" ha detto uno dei difensori di Elena Romani.