Omicidio Yara, Bossetti sbotta in aula: "Su di me tutte bugie"

Cronaca
Massimo Giuseppe Bossetti in un’immagine d’archivio (Ansa)

Continua a Bergamo il processo a carico del muratore di Mapello accusato della morte della 13enne. L'uomo ha perso la pazienza quando un testimone ha riferito al giudice che una volta l'imputato gli aveva detto che si sarebbe voluto suicidare perché aveva problemi con la moglie. Poi, autorizzato dal giudice, sulla discoteca vicino alla quale fu ritrovato il corpo della ragazzina ha aggiunto: "Ne frequentavo un'altra"

Continua nel tribunale di Bergamo il processo a carico di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore di Mapello accusato di aver ucciso Yara Gambirasio. Per la prima volta, l’uomo è sbottato in aula. “Non è vero, non è vero, mi state solo denigrando, sono tutte bugie su di me”, ha detto alzandosi in piedi. La sua reazione è arrivata quando un testimone ha riferito al giudice che una volta Bossetti gli aveva detto che si sarebbe voluto suicidare perché aveva problemi con la moglie.

La reazione di Bossetti -
Bossetti, in carcere dal 16 giugno 2014, ha perso la pazienza mentre interveniva Ennio Panzeri, suo collega artigiano con azienda a Monte Marenzo (Lecco). A chiamarlo a testimoniare era stata l'accusa, in merito all'atteggiamento che Bossetti aveva durante il suo lavoro. Panzeri ha detto che un giorno “Massimo aveva annunciato di volersi suicidare, perché aveva problemi con la moglie Marita". È stato a quel punto che l'imputato si è alzato in piedi e ha sbottato, rivolgendosi alla Corte e a Panzeri stesso. La Procura ha chiamato a testimoniare anche altre persone, tutti colleghi di lavoro che hanno riferito di atteggiamenti “strani” dell'imputato sul luogo di lavoro. Altre testimonianze, quindi, sono state sulla stessa lunghezza d'onda di quella di Ennio Panzeri. “Mi ha chiesto consigli sulla separazione perché anche io sono separato", ha aggiunto un testimone mentre Bossetti scuoteva la testa. “Mi ha detto di volersi buttare dal ponte di Sedrina", gli ha fatto eco un altro testimone, con Bossetti sempre più dissenziente.

"Non è vero che ho mai minacciato di uccidermi" -
Più tardi, questa volta con l’autorizzazione del giudice, Bossetti ha di nuovo preso la parola. “Non è vero che ho mai minacciato di uccidermi, non è affatto vero, non ho mai detto di essere stato in crisi e soprattutto non ho mai detto niente...”, ha dichiarato. Ha spiegato, inoltre, che con Panzeri si erano incrinati i rapporti di lavoro e per questo l'ex collega gli aveva messo il soprannome di “favola”. Bossetti è intervenuto anche in merito alla discoteca 'Sabbie Mobili', nei pressi della quale venne trovato il corpo di Yara il 26 febbraio 2011. "Esisteva già a Sotto il Monte con una precedente gestione, ma io frequentavo il Gabbiano di Chignolo", ha precisato l'imputato. Bossetti ha parlato anche del finto tumore alla testa che aveva raccontato di avere a Claudio Andreolli, imprenditore di Bagnatica con un cantiere a Seriate, per assentarsi dal lavoro. L'imputato ha ammesso di aver detto una bugia, ma soltanto per cercare lavoro in altri cantieri, visto che in quello di Andreolli non veniva pagato (era in credito di circa 10 mila euro). "Mi vergogno e mi scuso”, ha spiegato.

Il furgone Daily al centro dell'udienza -
Oltre agli interventi del muratore, al centro dell’udienza c’è stato il furgone Daily dell’imputato: tutti i 18 testimoni, infatti, sono in qualche modo legati al veicolo o perché sostengono di averne visto uno simile la sera della sparizione della 13enne di Brembate oppure perché possessori di un modello analogo. È stato sentito Federico Fenili: la sera del 26 novembre 2010 stava accompagnando la figlia al corso di nuoto agli impianti sportivi di Brembate Sopra, gli stessi dove Yara è stata vista per l'ultima volta. Fenili ha confermato quello che già aveva detto: avrebbe visto, in una fascia oraria compatibile con quella della sparizione di Yara, “arrivare un furgone chiaro a tutta velocità”. Dopo sono comparsi davanti alla Corte altri cinque proprietari di furgoni simili all'Iveco Daily di Bossetti e sono stati interrogati dal giudice e dagli avvocati. Dalle loro testimonianze, però, non sono emersi dettagli nuovi.

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