Caso Cucchi, "Stefano pestato prima di convalida del fermo"
CronacaSecondo un avvocato che si sarebbe trovato davanti all'aula di udienza, il giovane era in condizione tali da far pensare a un "pestaggio subito". La novità è emersa durante il processo di appello per la morte in carcere del ragazzo
Stefano Cucchi, il geometra di 31 anni arrestato per droga il 16 ottobre del 2009 e deceduto dopo sei giorni di ricovero presso la struttura protetta dell'ospedale Sandro Pertini, potrebbe essere stato vittima di un pestaggio avvenuto poco prima del suo ingresso in aula per la convalida del fermo.
Un avvocato che, trovandosi per caso davanti all'aula di udienza dove fu convalidato l'arresto, vide infatti il giovane in condizioni tali da far pensare a un "pestaggio subito".
Il processo d'appello - La novità è emersa nel corso dell'intervento del legale di parte civile, Fabio Anselmo, nel processo d'appello. Il penalista ha chiesto l'acquisizione al fascicolo processuale di una lettera/mail inviata dall'avvocato Maria Tiso (della quale ha chiesto anche l'audizione) dopo la fine del processo di primo grado e nella quale ha "illustrato" quanto visto in occasione di quell'udienza di convalida.
La testimonianza - Vide Stefano arrivare in aula in stato di arresto, scortato. "Di corporatura esile - si legge nella lettera - aveva il volto, ed in particolare gli occhi, estremamente arrossato e gonfio, come recante delle tumefazioni. Era come se sotto gli occhi avesse quelle che in gergo comune sono individuate come "borse" gonfie e di un colore tendente al violaceo. Aveva un'aria di sicuro molto "provata". Mentre si dirigeva abbastanza lentamente verso l'aula di udienza, mostrava difficoltà nel camminare; appariva come irrigidito nella coordinazione della deambulazione e se non ricordo male, non sollevava del tutto i piedi da terra ma sembrava trascinarli in avanti ad ogni passo".
Cambia il momento del presunto pestaggio - "Segni", questi, del "pestaggio" che, secondo la parte civile, sarebbe avvenuto prima dell'udienza di convalida dell'arresto di Stefano Cucchi. Circostanza cronologicamente diversa da quella indicata dal Pg Mario Remus, il quale la scorsa udienza, sposando la tesi del pestaggio, l'ha indicato come avvenuto dopo l'udienza di convalida dell'arresto.
Un avvocato che, trovandosi per caso davanti all'aula di udienza dove fu convalidato l'arresto, vide infatti il giovane in condizioni tali da far pensare a un "pestaggio subito".
Il processo d'appello - La novità è emersa nel corso dell'intervento del legale di parte civile, Fabio Anselmo, nel processo d'appello. Il penalista ha chiesto l'acquisizione al fascicolo processuale di una lettera/mail inviata dall'avvocato Maria Tiso (della quale ha chiesto anche l'audizione) dopo la fine del processo di primo grado e nella quale ha "illustrato" quanto visto in occasione di quell'udienza di convalida.
La testimonianza - Vide Stefano arrivare in aula in stato di arresto, scortato. "Di corporatura esile - si legge nella lettera - aveva il volto, ed in particolare gli occhi, estremamente arrossato e gonfio, come recante delle tumefazioni. Era come se sotto gli occhi avesse quelle che in gergo comune sono individuate come "borse" gonfie e di un colore tendente al violaceo. Aveva un'aria di sicuro molto "provata". Mentre si dirigeva abbastanza lentamente verso l'aula di udienza, mostrava difficoltà nel camminare; appariva come irrigidito nella coordinazione della deambulazione e se non ricordo male, non sollevava del tutto i piedi da terra ma sembrava trascinarli in avanti ad ogni passo".
Cambia il momento del presunto pestaggio - "Segni", questi, del "pestaggio" che, secondo la parte civile, sarebbe avvenuto prima dell'udienza di convalida dell'arresto di Stefano Cucchi. Circostanza cronologicamente diversa da quella indicata dal Pg Mario Remus, il quale la scorsa udienza, sposando la tesi del pestaggio, l'ha indicato come avvenuto dopo l'udienza di convalida dell'arresto.