Shoot4Change apre la casa dei Raccontastorie
CronacaA settembre il network internazionale di fotografi inaugurerà uno spazio per dare voce agli emarginati e ai dimenticati: "Sorgerà nella borgata il Mandrione di Roma e ospiterà storie a km 0" spiegano a SkyTG24.it
di Pamela Foti
Ci sono storie che nessuno racconta. Quelle degli emarginati, degli esclusi e dei dimenticati ad esempio. Ma anche quelle a lieto fine, che parlano di integrazione e incontri che ti cambiano la vita. Frammenti di esistenze che vogliono essere gridati al mondo e che aspettano solo che qualcuno presti loro una voce. E' a queste storie che Shoot4Change ha deciso di dare una casa. "Si chiamerà la casa dei Raccontastorie e sorgerà a Roma, nella borgata Mandrione - spiega a SkyTG24.it Andrea Cardoni, responsabile della comunicazione e membro del direttivo dell’organizzazione nonprofit di fotografi, designer e artisti fondata nel 2009 da Antonio Amendola – Abbiamo scelto come base dei nostri lavori la zona della città che ispirò Pasolini e altri narratori a dare un volto e un nome ai dimenticati". La sede di Shoot4Change sarà inaugurata nel mese di settembre, e i corsi partiranno già da ottobre.
Casa dei Raccontastorie - Il progetto è stato presentato nell'ambito del Big tent 2013 Roma di Google, che ha finanziato parte dei progetti sociali in corso per rifugiati e richiedenti asilo, temi ai quali l'organizzazione di fotografi professionisti e volontari ha sempre dedicato un'attenzione particolare. Ma il Mandrione aprirà le sue porte anche a giovani che non hanno la possibilità di frequentare corsi di specializzazione di fotoediting e videomaking. Le lezioni saranno gratuite per i più disagiati mentre a tutti gli altri sarà chiesto un contributo spese. L'obiettivo, spiega Shoot4Change, "è fornire a quanti vorranno gli strumenti necessari per illustrare le proprie storie. Crediamo fermamente che non esistano avvenimenti che non possano essere raccontati. La nostra mission è dimostrare che gli spaccati di vita degli 'ultimi' hanno la stessa dignità di quelli illustrati dai professionisti. A una condizione, però, che siano gli stessi protagonisti a farsi portavoce delle proprie avventure". Come il caso del Liberi Nantes Football Club, la squadra di calcio interamente composta da giocatori "vittime di migrazione forzata". È la prima in Italia, a carattere permanente, ad aver scelto di rappresentare il popolo dei rifugiati e dei richiedenti asilo. "Sono afgani, eritrei, guineani, irakeni, nigeriani, tutti scappati dal proprio paese e costretti a lasciare i propri affetti. Giocano a calcio ogni domenica e sono anche forti - assicura Cardoni - In classifica però il loro punteggio resta fisso a 0. Non sono tesserati, giocano per il piacere di farlo e perché lo sport ha la capacità di ridurre le distante".
"Storie come queste ti restano incollate addosso - continua Andrea Cardoni - Le vedi nascere ed entrano a far parte della tua vita. Ancora oggi, ad esempio, i volontari di Shoot4Change portano a casa le divise di calcio dei Liberi Nantes per lavarle. Vivendo in centri di accoglienza, i giovani atleti non hanno la lavatrice".
Storie "a km 0" - La decisione di chiamare la sede di Shoot4Change, primo luogo fisico del network nato in rete, "casa dei Raccontastorie" nasce proprio dalla volontà di dare asilo a quelle cronache di vita nascoste tra le notizie che riempiono i nostri giornali e per valorizzare le storie 'a km 0': quelle che ci sfiorano tutti i giorni, ma che non siamo ancora in grado di vedere e ascoltare. Grazie alla collaborazione del Comune di Roma e di aziende private ogni allievo avrà in dotazione una macchina fotografica e la possibilità di usare una videocamera. Strumenti in grado di trasformare esperienze quotidiane in racconti da condividere. Perché le storie, come dice il fondatore Antonio Amendola, "scompaiono senza nessuno che le racconti. Ma i raccontastorie non sono niente, senza qualcuno che li ascolti".
Ci sono storie che nessuno racconta. Quelle degli emarginati, degli esclusi e dei dimenticati ad esempio. Ma anche quelle a lieto fine, che parlano di integrazione e incontri che ti cambiano la vita. Frammenti di esistenze che vogliono essere gridati al mondo e che aspettano solo che qualcuno presti loro una voce. E' a queste storie che Shoot4Change ha deciso di dare una casa. "Si chiamerà la casa dei Raccontastorie e sorgerà a Roma, nella borgata Mandrione - spiega a SkyTG24.it Andrea Cardoni, responsabile della comunicazione e membro del direttivo dell’organizzazione nonprofit di fotografi, designer e artisti fondata nel 2009 da Antonio Amendola – Abbiamo scelto come base dei nostri lavori la zona della città che ispirò Pasolini e altri narratori a dare un volto e un nome ai dimenticati". La sede di Shoot4Change sarà inaugurata nel mese di settembre, e i corsi partiranno già da ottobre.
Casa dei Raccontastorie - Il progetto è stato presentato nell'ambito del Big tent 2013 Roma di Google, che ha finanziato parte dei progetti sociali in corso per rifugiati e richiedenti asilo, temi ai quali l'organizzazione di fotografi professionisti e volontari ha sempre dedicato un'attenzione particolare. Ma il Mandrione aprirà le sue porte anche a giovani che non hanno la possibilità di frequentare corsi di specializzazione di fotoediting e videomaking. Le lezioni saranno gratuite per i più disagiati mentre a tutti gli altri sarà chiesto un contributo spese. L'obiettivo, spiega Shoot4Change, "è fornire a quanti vorranno gli strumenti necessari per illustrare le proprie storie. Crediamo fermamente che non esistano avvenimenti che non possano essere raccontati. La nostra mission è dimostrare che gli spaccati di vita degli 'ultimi' hanno la stessa dignità di quelli illustrati dai professionisti. A una condizione, però, che siano gli stessi protagonisti a farsi portavoce delle proprie avventure". Come il caso del Liberi Nantes Football Club, la squadra di calcio interamente composta da giocatori "vittime di migrazione forzata". È la prima in Italia, a carattere permanente, ad aver scelto di rappresentare il popolo dei rifugiati e dei richiedenti asilo. "Sono afgani, eritrei, guineani, irakeni, nigeriani, tutti scappati dal proprio paese e costretti a lasciare i propri affetti. Giocano a calcio ogni domenica e sono anche forti - assicura Cardoni - In classifica però il loro punteggio resta fisso a 0. Non sono tesserati, giocano per il piacere di farlo e perché lo sport ha la capacità di ridurre le distante".
"Storie come queste ti restano incollate addosso - continua Andrea Cardoni - Le vedi nascere ed entrano a far parte della tua vita. Ancora oggi, ad esempio, i volontari di Shoot4Change portano a casa le divise di calcio dei Liberi Nantes per lavarle. Vivendo in centri di accoglienza, i giovani atleti non hanno la lavatrice".
Storie "a km 0" - La decisione di chiamare la sede di Shoot4Change, primo luogo fisico del network nato in rete, "casa dei Raccontastorie" nasce proprio dalla volontà di dare asilo a quelle cronache di vita nascoste tra le notizie che riempiono i nostri giornali e per valorizzare le storie 'a km 0': quelle che ci sfiorano tutti i giorni, ma che non siamo ancora in grado di vedere e ascoltare. Grazie alla collaborazione del Comune di Roma e di aziende private ogni allievo avrà in dotazione una macchina fotografica e la possibilità di usare una videocamera. Strumenti in grado di trasformare esperienze quotidiane in racconti da condividere. Perché le storie, come dice il fondatore Antonio Amendola, "scompaiono senza nessuno che le racconti. Ma i raccontastorie non sono niente, senza qualcuno che li ascolti".