La Finanza controlla 2.400 benzinai: il 15% sono irregolari

Cronaca

Dalle verifiche delle fiamme gialle sono risultati non in regola 356 distributori di carburanti: 23 gestori denunciati per frode, sequestrate 53 colonnine erogatrici. In 197 casi dovranno essere nuovamente tarati gli impianti.

La Guardia di Finanza ha controllato negli ultimi due fine settimana 2.400 distributori di carburanti in varie regioni italiane, 356 dei quali - cioè il 15% - erano irregolari. Gli agenti hanno controllato "l'effettivo quantitativo di carburante erogato, la qualità e la corrispondenza tra i prezzi indicati e quelli applicati", dice una nota della Finanza.


Gasolio annacquato - "Nei casi più gravi, 23 gestori sono stati denunciati alle Procure della Repubblica territorialmente competenti per frode in commercio", spiega la Gdf, aggiungendo anche che sono state "sequestrate 53 tra colonnine e pistole erogatrici". In due casi, prosegue la Gdf, "a Palermo, il gasolio per autotrazione è risultato annacquato con sostanze chimiche di bassa qualità: olio sintetico pari al 30% del prodotto, in un caso e sostanze non adatte all’autotrazione nell’altro. 21.079 litri di prodotti petroliferi sono stati sequestrati in Liguria ed in Sicilia unitamente ai distributori, dopo che è stata riscontrata la manomissione dei contatori volumetrici delle colonnine". La Finanza ha poi sanzionato 114 benzinai "per violazione alla disciplina sui prezzi esposti, non corrispondenti a quanto indicato dalle colonnine dopo il rifornimento", mentre altri 18 sono stati multati perché avevano rimosso i sigilli di controllo delle pompe. In 197 casi dovranno essere nuovamente tarati gli impianti.

Frodi, un danno anche per lo Stato - Le frodi sui carburanti - precisa infine la Gdf - "colpiscono non solo gli automobilisti, ma anche le casse dello Stato. Infatti, la miscelazione con prodotti petroliferi diversi, non soggetti ad imposte e di minor costo, da un lato fornisce agli utenti un prodotto scadente quando non dannoso per la meccanica, dall' altro consente di creare "riserve occulte" di carburante venduto separatamente "in nero".

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