Scuola, sì alla lavagna digitale. I prof: "Serve formazione"

Cronaca
lim_lavagna_digitale_fotogramma

L’editore Pearson ha commissionato a Eurisko una ricerca sull’uso delle lavagne multimediali nelle classi italiane. Dai primi risultati emerge che gli insegnanti intervistati non hanno dubbi: “Non torneremmo mai indietro”. Ma chiedono più aggiornamenti

di Valeria Valeriano

Promossa con la media dell’8. Almeno per ora. La Lim, lavagna interattiva multimediale, è sempre più protagonista della scuola italiana che, al di là dei problemi legati ai precari, alla sicurezza degli edifici, alla mancanza di fondi, continua a investire nelle nuove tecnologie. Eurisko, su mandato del gruppo editoriale Pearson, sta conducendo la prima ricerca sull’uso di questo strumento nelle scuole medie italiane. I docenti coinvolti sono circa 300. L’obiettivo è quello di seguire l’evoluzione della Lim da quando viene collocata nell’istituto e di vedere quali sono, nel tempo, le ricadute che ha sulla didattica. La lavagna elettronica è uno dei punti fondamentali del progetto “Scuola digitale”, avviato dal governo Berlusconi nel 2009. L’introduzione della Lim, in realtà, è iniziata nel 2006, ma è solo negli ultimi due anni che il numero di dispositivi negli istituti italiani è aumentato in modo consistente. Secondo i numeri del ministero dell’Istruzione, a settembre le lavagne installate erano quasi 30mila. A queste vanno aggiunte le Lim acquistate direttamente dalle classi, senza passare dal Miur. Dai primi dati della ricerca Eurisko emerge che i docenti giudicano efficace questo strumento. Anche se, ammettono, hanno paura di non saperlo dominare e avrebbero bisogno di più formazione. Nonostante qualche dubbio, però, il 90 per cento degli intervistati è d’accordo: “Non torneremmo mai indietro”.
Lo studio commissionato dalla casa editrice rientra nella campagna “Pearson imparare sempre”: partita ai primi di aprile, prevede una serie di iniziative (tra cui un magazine, una newsletter e un’agenda scolastica per smartphone) che hanno lo scopo di mettere in contatto il mondo della scuola con la società e i cittadini.

La ricerca. “Il punto di vista della nostra ricerca, a carattere sperimentale e di durata biennale, è quello degli insegnanti della scuola media – dice Elena Cappelletti, che sta seguendo lo studio per Eurisko –. Anche se l’obiettivo, in futuro, è quello di estendere il progetto anche alle scuole superiori e al punto di vista degli studenti. Abbiamo un campione rappresentativo di 250330 docenti distribuiti in tutta Italia. Hanno risposto al questionario sulla Lim tra febbraio e marzo. Dovranno compilarlo ancora a giugno e poi in autunno, per vedere come cambia nel tempo la loro esperienza con la lavagna multimediale”. L’età media degli insegnanti coinvolti è 48 anni, l’anzianità media d’insegnamento 17. “Sono emersi tre gruppi di docenti – continua Cappelletti –. Il primo (35%) è quello più in difficoltà, formato da gente che ha un approccio ridotto alla tecnologia. Il secondo (29%) è abbastanza digitalizzato e, usando la tecnologia, crea da sé il materiale per le lezioni. Il terzo (35%) non ha una passione personale per la tecnologia, ma ne riconosce il valore a scuola e ne fa un uso mirato”. La maggior parte degli insegnanti (70%), qualunque sia il grado di digitalizzazione, usa aggettivi positivi per descrivere la propria esperienza con la Lim. Solo il 30 per cento parla di “paura di non saperla gestire”, “preoccupazione”, “titubanza”.

La Lim e gli studenti. Due delle accuse che in genere vengono mosse alla lavagna elettronica sono quelle di banalizzare la lezione e di distrarre i ragazzi. La ricerca, invece, non mette in luce queste paure da parte dei docenti (solo il 5% lamenta di perdere l’attenzione di una parte degli studenti). L’85 per cento dei professori intervistati sostiene che insegnare, oggi, è molto più difficile di un tempo e che la Lim, nel quadro attuale, rappresenta un’opportunità. Questa lavagna, spiegano, riesce a catalizzare di più l’attenzione degli alunni, a coinvolgere anche i ragazzi stranieri che ancora non capiscono bene la lingua, a gestire meglio chi ha difficoltà a livello di apprendimento. Farla accettare dalla classe è stato “molto facile” per il 72 per cento dei professori. “Curiosità”, “entusiasmo”, “meraviglia”, “stupore”, “euforia”, “felicità”, “interesse”, sono le parole più usate dai docenti per descrivere le reazioni degli studenti davanti alla Lim. Reazioni che, dicono, non erano più abituati a vedere nelle scuole.

I primi bilanci. Quello che viene fuori dalla prima ondata di questionari, quindi, è un bilancio positivo. I docenti dichiarano che per loro è più impegnativo fare lezione con la Lim ma che, insieme al proprio carico di lavoro, aumenta anche il rendimento e l’intereresse dei ragazzi. In media viene gestito con la lavagna multimediale il 49 per cento del tempo in aula. Quasi tutti i professori (91%) la giudicano adatta a ogni materia e descrivono come “molto o abbastanza positivo” il suo impiego. “ I docenti – spiega l’Eurisko – hanno anche dato i voti a questo strumento e alle sue ricadute didattiche. Le pagelle sono state altissime, con voti sopra l’8 di media. Il voto più basso, 6 e mezzo, è sulla semplicità d’impiego”.

Serve più formazione. Uno dei problemi sollevati dai docenti coinvolti nella ricerca è, appunto, quello della formazione. Il 91 per cento dichiara di aver partecipato a dei corsi, ma il 79 per cento vorrebbe farne altri. “Quando chiediamo di valutare il proprio senso di efficacia nell’uso della Lim – dice Elena Cappelletti – i voti sono bassi. Un giudizio tra ottimo e buono se lo danno solo il 35 per cento degli insegnanti”. A spiegare quali sono i timori maggiori dei professori ci pensa Massimiliano Abbritti, coordinatore del Progetto Formazione Lim di Pearson italia (una squadra di 27 persone che nell’anno scolastico 20112012 ha insegnato a usare la lavagna a quasi 20mila docenti). “Personalmente ho formato circa 8mila insegnanti – dice Abbritti –. Ci sono due caratteristiche comuni a tutti: l’esigenza di mantenere alta l’attenzione, la motivazione e il coinvolgimento degli alunni, e la paura del divario digitale tra le generazioni”. Quest’ultimo tema è uno dei più discussi durante i corsi di formazione. L’età media degli insegnanti che partecipano, spiega Abbritti, è tra i 45 e i 55 anni. “È capitato che qualcuno mi dicesse: ‘Non ho mai acceso un computer in vita mia, come faccio a usare la Lim?’. Oppure che qualche docente più tradizionalista partisse dubbioso: ‘Non credo possa servire per le mie materie’. Ma alla fine del corso, dopo aver toccato con mano la lavagna multimediale, la maggior parte della gente ne capisce la semplicità e i vantaggi e se ne innamora”. La preoccupazione più grossa degli insegnanti, secondo Abbritti, è che il computer vada in crash o che la classe si accorga della scarsa capacità tecnologica. “Il consiglio che diamo è quello di farsi affiancare dagli studenti e di lasciarsi aiutare nelle cose tecniche. In questo modo gli alunni si sentiranno più coinvolti e i prof più sicuri. Attenzione, però: a meno che non si tratti di un’interrogazione, mai monopolizzare il lavoro con la Lim su pochi ragazzi altrimenti si perde il resto della classe”. Come in tutte le cose, poi, a dare sicurezza agli insegnanti è l’esercizio, l’uso costante della Lim. Dalla ricerca Eurisko, però, risulta che solo il 39 per cento dei docenti ha a disposizione lo strumento nella propria aula. Il resto deve condividerne pochi esemplari, spesso uno, con tutta la scuola. E così, la cara vecchia lavagna in ardesia fa ancora bella mostra di sé sui muri delle classi (l’ha rimossa solo il 12% dei professori).

Cronaca: i più letti

[an error occurred while processing this directive]