Dopo una settimana di passione gli sportelli riprendono a funzionare regolarmente. Ma l'ad dell'azienda dichiara: "Stiamo valutando l'ipotesi di chiedere un risarcimento a Ibm"
Le Poste italiane sembrano tornate alla normalità. A parte qualche rallentamento isolato, dovuto allo smaltimento delle richieste in arretrato, il sistema informatico delle Poste sta funzionando regolarmente. Ma la società starebbe valutando di chiedere un risarcimento all'Ibm, che gestisce i computer e i software degli sportelli, per il blocco che si è verificato praticamente per un'intera settimana dal 1 al 7 luglio.
"Il primo giugno si è verificato un guasto nel sistema operativo del mainframe, il nostro elaboratore centrale - afferma l'amministratore delegato di Poste Massimo Sarmi in un'intervista a Repubblica - E' stato riparato ma quando il 3 abbiamo riaperto gli uffici ci siamo accorti che il database che collega l'elaboratore agli uffici postali era stato 'sporcato' e che le operazioni procedevano con lentezza". L'ad della società assicura che "tutte le pensioni sono state distribuite e la quantità di operazioni effettuate è la stessa dei giorni precedenti il guasto - prosegue Sarmi - anche se i tempi richiesti sono più lunghi. Di più non potevamo fare".
Sarmi fa sapere che l'Ibm ha messo a disposizione 130 esperti che hanno, per il momento, fornito elementi da inserire nel database. Elementi che "dovrebbero essere risolutivi" ma intanto l'azienda italiana sta valutando l'ipotesi di chiedere all'Ibm un risarcimento. Quanto ai disagi per gli utenti, "domani (giovedì 9 giugno ndr) si apre il tavolo di conciliazione con le associazioni dei consumatori - conclude Sarmi - per individuare le modalità ma valuteremo caso per caso".
Intanto la procura di Roma ha aperto un fascicolo, senza ipotesi di reato e indagati, in relazione ai disservizi registrati in questi giorni presso le Poste e dovuto al cambiamento del software. L'iniziativa, affidata al procuratore aggiunto Nello Rossi del pool reati informatici, punta a chiarire se in questa vicenda ci siano profili di tipo penale. Il fascicolo è composto per il momento da articoli di stampa.
I magistrati di piazzale Clodio hanno affidato ampia delega alla polizia postale che dovrà verificare se ci siano state intrusioni o danneggiamenti dolosi al nuovo sistema software o interruzione del pubblico servizio.
In base a quanto si apprende su questa vicenda in procura a Roma, allo stato, non sarebbero ancora giunte denunce da parte di cittadini o associazioni di consumatori.
"Il primo giugno si è verificato un guasto nel sistema operativo del mainframe, il nostro elaboratore centrale - afferma l'amministratore delegato di Poste Massimo Sarmi in un'intervista a Repubblica - E' stato riparato ma quando il 3 abbiamo riaperto gli uffici ci siamo accorti che il database che collega l'elaboratore agli uffici postali era stato 'sporcato' e che le operazioni procedevano con lentezza". L'ad della società assicura che "tutte le pensioni sono state distribuite e la quantità di operazioni effettuate è la stessa dei giorni precedenti il guasto - prosegue Sarmi - anche se i tempi richiesti sono più lunghi. Di più non potevamo fare".
Sarmi fa sapere che l'Ibm ha messo a disposizione 130 esperti che hanno, per il momento, fornito elementi da inserire nel database. Elementi che "dovrebbero essere risolutivi" ma intanto l'azienda italiana sta valutando l'ipotesi di chiedere all'Ibm un risarcimento. Quanto ai disagi per gli utenti, "domani (giovedì 9 giugno ndr) si apre il tavolo di conciliazione con le associazioni dei consumatori - conclude Sarmi - per individuare le modalità ma valuteremo caso per caso".
Intanto la procura di Roma ha aperto un fascicolo, senza ipotesi di reato e indagati, in relazione ai disservizi registrati in questi giorni presso le Poste e dovuto al cambiamento del software. L'iniziativa, affidata al procuratore aggiunto Nello Rossi del pool reati informatici, punta a chiarire se in questa vicenda ci siano profili di tipo penale. Il fascicolo è composto per il momento da articoli di stampa.
I magistrati di piazzale Clodio hanno affidato ampia delega alla polizia postale che dovrà verificare se ci siano state intrusioni o danneggiamenti dolosi al nuovo sistema software o interruzione del pubblico servizio.
In base a quanto si apprende su questa vicenda in procura a Roma, allo stato, non sarebbero ancora giunte denunce da parte di cittadini o associazioni di consumatori.