Sono migliaia e sono accorsi su Facebook per dire "no, io non ridevo" la notte del 6 aprile quando il terremoto ha scosso l'Abruzzo. Questa la riposta del Web alle intercettazioni dell'inchiesta sul G8. Letta: quegli imprenditori non hanno preso un euro
Terremoto in Abruzzo, lo speciale
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“Non ridevo...pensavo a scappare da via Venti Settembre!! Urlavo e piangevo”.
“Io cercavo di salvarmi correndo nel buio mentre la casa mi crollava sopra e le pietre mi colpivano come il tiro al bersaglio, più che ridere, ricordo un flebile urlo, ma non era proprio un urlo, era solo un suono, un suono di disperazione mista a paura... paura di non farcela, invece sono qui, vivo, a dirvi che alle 3:32 del 6 aprile 2009 io non ridevo!!"
"Io non ridevo quando mi sono svegliata con il cuore in gola perché il mio letto tremava... non ridevo quando, il giorno dopo, telefonavo per mettermi a disposizione nel caso ci fosse stato bisogno di me... e non ridevo quando ho saputo dei ragazzi della casa dello studente... e non ridevo quando arrivavano le persone dalle tendopoli..."
Ecco cosa facevano Chiara, Gino, Antonietta, la notte del 6 aprile 2009 quando alle 3.32 la terra ha iniziato a tremare devastando l’Aquila e i paesi attorno.
Sono loro a raccontarlo sulla pagina di Facebook “Quelli che a L'Aquila alle 3:32 non ridevano". Un gruppo nato qualche ora dopo la pubblicazione di intercettazioni nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura di Firenze sugli appalti per grandi opere come il G8 della Maddalena spostato a L’Aquila.
Stralci di conversazioni che riportano le parole di due imprenditori che a proposito della tragedia in Abruzzo avrebbero commentato: visto che "non c'è un terremoto al giorno... bisogna partire in quarta".
Perché il 6 aprile 2009 in Abruzzo, scrive il gip nelle carte, "ha suscitato gli appetiti di personaggi privi di scrupoli".
Sono già oltre 3 mila gli utenti di Facebook iscritti al gruppo. E la bacheca è sommersa dai commenti di aquilani e non. “Nemmeno in Piemonte si rideva, ma si pensava con raccapriccio ai morti di un'immane tragedia.....” scrive Luciano.
“Non ridevo”.
E’ questa la parola comune a tutti i messaggi postati in Rete. C’era chi scappava, chi urlava, chi pregava, chi piangeva. Nessuno rideva. E oggi sono la rabbia e lo sdegno i sentimenti che dominano.
“Solo disprezzo e nausea per questi ominidi, persone di bassa statura morale che devono inchinarsi e chiedere pubblicamente scusa a tutti gli aquilani, vivi e morti” scrive Carla.
“Esseri sub-umani (non dotati di dignità umana, al di sotto del genus umano). Comunque c'era un vecchio detto popolare che diceva."I soldi del diavolo, se li riprende il diavolo"...aggiungerei, con gli interessi” è il commento di Marco.
"12 Febbraio 2010 ore 13.05 se ripenso a quell'ora ancora nn rido!!!!!!!!" dice Andrea Mastroianni.
Germana sceglie invece di postare la foto di un letto coperto dalle macerie. E spiega: Germana “alle 3.32 dormiva in questo letto e non rideva..."
E sul caso interviene anche Gianni Letta, che a L'Aquila, nel corso della cerimonia della consegna del premio Innovazione di Finmeccanica, dichiara: quegli imprenditori, che nella notte del 6 aprile hanno riso pensando di poter fare affari sulla ricostruzione dell'Abruzzo, "non hanno mai avuto un euro e né l'avranno".
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"Io non ridevo quando mi sono svegliata con il cuore in gola perché il mio letto tremava... non ridevo quando, il giorno dopo, telefonavo per mettermi a disposizione nel caso ci fosse stato bisogno di me... e non ridevo quando ho saputo dei ragazzi della casa dello studente... e non ridevo quando arrivavano le persone dalle tendopoli..."
Ecco cosa facevano Chiara, Gino, Antonietta, la notte del 6 aprile 2009 quando alle 3.32 la terra ha iniziato a tremare devastando l’Aquila e i paesi attorno.
Sono loro a raccontarlo sulla pagina di Facebook “Quelli che a L'Aquila alle 3:32 non ridevano". Un gruppo nato qualche ora dopo la pubblicazione di intercettazioni nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura di Firenze sugli appalti per grandi opere come il G8 della Maddalena spostato a L’Aquila.
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Perché il 6 aprile 2009 in Abruzzo, scrive il gip nelle carte, "ha suscitato gli appetiti di personaggi privi di scrupoli".
Sono già oltre 3 mila gli utenti di Facebook iscritti al gruppo. E la bacheca è sommersa dai commenti di aquilani e non. “Nemmeno in Piemonte si rideva, ma si pensava con raccapriccio ai morti di un'immane tragedia.....” scrive Luciano.
“Non ridevo”.
E’ questa la parola comune a tutti i messaggi postati in Rete. C’era chi scappava, chi urlava, chi pregava, chi piangeva. Nessuno rideva. E oggi sono la rabbia e lo sdegno i sentimenti che dominano.
“Solo disprezzo e nausea per questi ominidi, persone di bassa statura morale che devono inchinarsi e chiedere pubblicamente scusa a tutti gli aquilani, vivi e morti” scrive Carla.
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"12 Febbraio 2010 ore 13.05 se ripenso a quell'ora ancora nn rido!!!!!!!!" dice Andrea Mastroianni.
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E sul caso interviene anche Gianni Letta, che a L'Aquila, nel corso della cerimonia della consegna del premio Innovazione di Finmeccanica, dichiara: quegli imprenditori, che nella notte del 6 aprile hanno riso pensando di poter fare affari sulla ricostruzione dell'Abruzzo, "non hanno mai avuto un euro e né l'avranno".
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