Tre detenuti e tre agenti penitenziari. Sono i primi sei indagati per la morte del geometra romano arrestato per droga il 15 ottobre e deceduto una settimana dopo. I familiari chiedono la riesumazione della salma e le scuse di Giovanardi
Tre detenuti e tre agenti penitenziari. Sono loro i primi sei indagati per la morte di Stefano Cucchi, il geometra romano arrestato per droga il 15 ottobre e deceduto una settimana dopo. Ma potrebbero venire indagati anche i quattro carabinieri che lo arrestarono e i medici del reparto dell'ospedale Sandro Pertini dove il giovane fu ricoverato prima di morire. Secondo quando riferito da un testimone Cucchi sarebbe stato picchiato in cella subito dopo l'udienza di convalida del fermo. Con lui nelle camere di sicurezza del tribunale c'erano appunto gli agenti penitenziari e i detenuti. Dai primi rilievi svolti dai periti della Procura, le lesioni trovate sul corpo del ragazzo sarebbero comunque compatibili con una caduta o un pestaggio. Ma i familiari di Cucchi vogliono chiarezza e chiedono che venga riesumata la salma. Intanto si dicono indignati per le dichiarazioni del sottosegretario alle politiche antidroga Carlo Giovanardi per il quale il giovane sarebbe morto perchè drogato e anoressico. "Giovanardi si scusi o si dimetta", questa la richiesta arrivata da più parti.
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