Scala. Una “prima” contro la Gelmini
CronacaDomenica 7 dicembre, in concomitanza con la prima del Teatro alla Scala, andrà in scena “Do re mi la scuola è qui”: genitori e docenti si ritroveranno davanti al tempio della lirica italiana per intonare canti contro la riforma Gelmini
di Chiara Ribichini
Do re mi la scuola è qui. E’ il nome della singolare iniziativa del Comitato genitori e docenti di Sesto San Giovanni (cittadina alle porte di Milano) che il 7 dicembre, in concomitanza con la prima del Teatro alla Scala, si ritroveranno fuori dal tempio della lirica italiana per intonare un grande coro di protesta contro la riforma Gelmini. “La mia prima la voglio a tempo pieno, con due maestre, con le compresenze e con i bimbi e le bimbe di tutto il mondo”, si legge sul volantino. Ad aprire il pomeriggio musicale (l’appuntamento è alle 16:30 in Piazza della Scala, davanti all’entrata della Galleria Vittorio Emanuele) un brindisi alla scuola pubblica di qualità sulle note di Viva il vino spumeggiante, dalla Cavalleria Rusticana di P.Mascagni. A seguire Tutti in fila per 3 di Edoardo Bennato, ribattezzata la canzone del “come ci vorrebbero”. Poi, sull’ Inno alla gioia di Ludwig Van Beethoven, tutti i presenti alzeranno un libro a loro caro in silenzio: un coro muto perché “la cultura non ha bisogno di urlare”. Ma la scaletta non finisce qui. E’ possibile infatti avanzare proposte contattando gli organizzatori ( info@genitoriscuolamartiri.org) che cercano anche bande, suonatori, fiati, cori e corali, tenori, soprani e mezzi soprani.
Se la protesta di genitori e docenti contro la riforma Gelmini va avanti, altrettanto si può dire di quella degli studenti. L’Onda è infatti pronta a tornare in piazza il 12 dicembre, in occasione dello sciopero generale indetto dalla Cgil contro la Finanziaria e l’intera politica economica del governo. “Saremo in piazza al fianco dei lavoratori per ribadire ancora una volta che i costi della crisi economica globale non possono ricadere sulle spalle dei soggetti in formazione e dei lavoratori” si legge sul sito dell’Unione degli studenti. E ancora: “Vogliamo investimenti immediati per garantire l’accesso ai saperi per tutte/i, diciamo no a chi ci vuole precari e sfruttati, oggi nei luoghi della formazione e domani sul posto di lavoro. Vogliamo essere sicuri di poter andare a scuola senza essere travolti dal crollo di un soffitto, così come pretendiamo che venga fermata la carneficina delle morti sul lavoro”. Pronti a scendere in piazza il 12 dicembre anche gli universitari. Gli studenti della Sapienza hanno pubblicato un appello “alle lavoratrici e ai lavoratori, agli studenti medi, ai precari, ai migranti, ai movimenti di lotta per l'abitare e in difesa dei beni comuni, ai sindacati che promuovono lo sciopero”, affinché lo sciopero sia generalizzato. Nel testo si sottolinea che “l'indizione di questo sciopero generale è anche il frutto della grande potenza dell'Onda, del movimento che da inizio settembre ha visto milioni di persone, tra studenti, insegnanti, ricercatori, docenti, bambini, mobilitarsi contro la definitiva dismissione della scuola e dell'università pubbliche”.
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