Eutanasia, se ne discute in Rete

Cronaca
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Il caso di Eluana Englaro al centro del dibattito. Blog e forum si interrogano sull’interruzione delle cure: diritti del malato e difesa della vita. Intervieni nel FORUM

di PAMELA FOTI

Tutti avrete sentito parlare del caso Englaro, quella ragazza da sedici anni in coma, tenuta in vita da una macchina. Questa vicenda ha portato ad una disputa tra coloro che, come il padre della ragazza, sostengono il diritto a morire, una volta che sia stabilita l'impossibilità di un ritorno alla vita, e chi invece nega questo diritto, sostenendo che la vita, qualsiasi forma di vita umana, debba essere difesa sempre e comunque, e non sia compito dell'uomo porvi un termine.”
Così un blogger riassume il dibattito nato attorno alla vicenda di Eluana Englaro. Parole che centrano il cuore della polemica che vede da una parte chi difende il diritto del malato, dall’altra chi si batte per la difesa della vita.

Una lunga lotta quella di Beppino, che nel libro Eluana la libertà e la vita (qui puoi leggere il primo capitolo) racconta della battaglia per il riconoscimento di un diritto: la libertà di cura e di terapia fino alle sue più estreme conseguenze.

Chi può disporre della vita, e in che modo? Quando si può dire basta?
Secondo l’Associazione due minuti per la vita “la vita è un bene inviolabile e indisponibile e nessuno si può arrogare la prerogativa di toglierla a proprio arbitrio”. Per questo motivo ha pubblicato sul suo sito un appello contro la richiesta di interruzione delle cure a Eluana che ha già raccolto più di 4.500 firme.
Ma “vivere è camminare, correre, parlare, cantare, ballare, amare, studiare, piangere, soffrire, disperarsi...non vegetare in un letto senza nessuna percezione di te e di ciò che ti circonda, Eluana ha aspettato fin troppo afferma un utente anonimo su questo forum.

E’ sul web, infatti, che la discussione si accende e si alimenta con post e commenti che dividono e aggregano. Perché il dibattito è vivo. Specchio di un’Italia che si interroga.
Eutanasia o libertà di scelta? si chiede Blogosfere, noto network di blog tematici.
Che nessuno stacchi la spina! - scrive Michelangelo - Se ci fosse una sola possibilità su un milione, e la nostra ignoranza non ci consente di escluderla, che potessimo essere in errore, ebbene: che nessuno stacchi la spina!”.
Di matrice opposta la risposta di Nerina Negrello: “Eluana doveva essere curata nel limite naturale. Ancora una volta la medicina si sostituisce alle persone e ne vuole determinare il destino. Nel dubbio sulla volontà di Eluana decida il padre e la madre”.
E’ “una grande sconfitta. La Terry Schiavo italiana sarà condannata a morte, alla peggiore delle morti, sarà lasciata morire di fame e di sete finché il suo organismo non cederà. Anche ai cani si evita questo”. Questa la reazione di un utente di disabilforum.com all’indomani della sentenza di sospensione delle cure per Eluana emessa il 9 luglio e ancora oggi in discussione dopo il ricorso presentato dalla Procura Generale di Milano. Non una blogger qualsiasi, ma una mamma che convive da 35 anni con una figlia affetta da grave disabilità .
“Sono stato protagonista di numerosi appelli, in particolare per la vita, ed anche per dimostrare che lo Stato Vegetativo è vita” racconta Salvatore Crisafulli , affetto da sindrome assimilabile alla Locked in. L’uomo, che a causa di incidente stradale è stato costretto a vive 2 anni in stato vegetativo, si è sempre battuto per la vita. “Ti supplico non chiedere la morte, ma combatti insieme a me per la vita" aveva scritto a Piergiorgio Welby.
Ma ora Salvatore ha cambiato idea . “Se lo Stato riuscisse a garantire pienamente la tutela della vita, in ogni fase della malattia e della disabilità ed anche nella fase insostenibile, credo non esisterebbe alcun fenomeno di eutanasia – scrive sul sito - Esiste la burocrazia, il menefreghismo, l'abbandono e l'indifferenza totale da tutte le istituzioni competenti, nessuno sa niente, nessuno agisce, nessuno si muove”.

Cosa ti ha colpito del caso Englaro? Discutine nel FORUM.

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