'Nessun coinvolgimento su progetti Pnrr e criticità Ssr'
(ANSA) - CAMPOBASSO, 12 FEB - Dito puntato dell'Ordine dei medici di Campobasso in direzione della Regione e Azienda sanitaria regionale (Asrem) per "il mancato coinvolgimento nell'elaborazione dei progetti per il Pnrr, che segue al mancato riscontro negli anni di sollecitazioni, proposte e analisi delle criticità del Sistema sanitario regionale (Ssr), inoltrate alla dirigenza regionale e aziendale". Sono le critiche mosse da Carolina De Vincenzo, presidente della Commissione iscritti all'Albo, nel corso dell'incontro sullo stato della sanità molisana organizzato ieri a Campobasso da 'Salutequità'.
"Fin dall'inizio della pandemia - ha detto - avevamo più volte espresso la preoccupazione per la drastica riduzione delle prestazioni per le patologie non-Covid, acute e croniche, suggerendo anche percorsi facilitati e alternativi nella specialistica ambulatoriale, essenziali per la cura dei pazienti che avevano difficoltà di accesso in ospedale. In tempo di pandemia - ha aggiunto - diventava essenziale rispondere sul territorio ai numerosi bisogni di salute del cittadino, non certo azzerati dal Covid. Abbiamo assistito invece, da osservatori privilegiati ma impotenti, a un vuoto assistenziale che nel tempo produrrà dannosi effetti in termini di morbilità, mortalità e aumento della spesa".
"Se vogliamo andare al cuore del problema - ha osservato De Vincenzo - l'art. 32 della Costituzione in Molise non gode affatto di buona salute: la causa maggiore della mancanza di equità e del diritto alle cure è sicuramente riconducibile al perdurare di un Cup non in linea con le direttive ministeriali, ormai vecchie di anni, che, unico in tutta Italia, non garantisce le prestazioni urgenti e assegna tempi biblici a quelle programmabili, tanto che sarebbe meglio affermare responsabilmente che in Molise non si può fare diagnosi sul territorio, essendo venuta meno la possibilità di eseguire qualsiasi esame strumentale in tempo utile. La maggior parte dei cittadini molisani è atavicamente rassegnata e non pienamente consapevole delle ripercussioni dannose sulla propria salute, molti trovano risposte nelle regioni limitrofe - ha concluso - quelli che possono permettersi di spendere ricorrono alla sanità privata". (ANSA).