COVID, il punto in Molise

Molise

Nuova impennata dei casi, +49, tamponi a quota 525

(ANSA) - CAMPOBASSO, 12 OTT - La curva dei contagi in Molise è in preoccupante ascesa e oggi fa registrare una nuova impennata dei casi: 49, a fronte di 525 tamponi processati.
    Negli ultimi giorni i casi di positività al coronavirus sono notevolmente aumentati facendo registrare anche alcuni decessi (26 in totale quelli da inizio dell'emergenza). Dal riscontro dei dati diffusi nel pomeriggio dall'Azienda sanitaria regionale (Asrem), si apprende che il numero totale degli attualmente positivi in regione è 214, 10 i ricoverati nel reparto di malattie infettive dell'ospedale Cardarelli di Campobasso, nessuno in terapia intensiva. Gli asintomatici a domicilio sono 178, quelli nelle Case di riposo 18, mentre il totale dei soggetti in isolamento è 309, 3 quello dei guariti nelle ultime 24 ore, 555 dall'inizio dell'emergenza. Le visite domiciliari attualmente effettuate dalle Unità speciali di continuità assistenziale (Usca) sono 763. Preoccupazione per i contagi registrati in alcune scuole della regione, sia in provincia di Campobasso che in quella di Isernia, con i sindaci che hanno disposto la sospensione delle attività. Dal mondo della politica intanto arriva un appello al CTS regionale per l'emergenza Covid, al governatore Donato Toma, e al direttore generale dell'Asrem, Oreste Florenzano. A scrivere è la capogruppo del Pd in Consiglio regionale Micaela Fanelli che chiede, tra l'altro, "di valutare la possibilità di istituire su tutto il territorio regionale i 'Drive-in Covid', attivando al contempo i medici di base per effettuare test orofaringei e coordinare l'assistenza sul territorio domiciliare anche reclutando infermieri di comunità e le Usca per eseguire tamponi a domicilio". Intanto sul fronte del vaccino antinfluenzale Toma ha spiegato: "I nostri sforzi si sono concentrati nella Conferenza delle Regioni per il riordino dei vaccini: il Molise aveva una carenza per quei soggetti fragili previsti dalle normative e quindi l'accordo è stato trovato con quelle regioni che avevano eccedenze dovute ad un numero maggiore di abitanti e che avevano acquistato vaccini oltre il minimo. Sono stati ceduti lotti da regioni più grandi e l'eccedenza del 1,5% verrà poi riceduta ai privati ossia le farmacie". (ANSA).
   

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