Quasi 200mila studenti, assegnate in extremis nomine ai precari
di Stefano Ambu
Si ricomincia. Qualche scuola ha anticipato l'apertura di cancelli e classi lunedì 12. Ma oggi per la Sardegna scatta il via ufficiale. Molti istituti partono con l'orario ridotto, ma da lunedì prossimo si marcerà quasi a ritmo normale. Anche perché, lo stesso giorno della protesta dei precari, a Cagliari sono partite le nomine dei supplenti, sempre indispensabili per accendere il motore della macchina scuola.
Gli studenti che entreranno nelle aule saranno circa 196mila. I docenti, compresi quelli di sostegno, quasi 25mila. Rinforzato con circa settemila assunzioni l'organico degli Ata. Settecento le nuove immissioni in ruolo di insegnanti già completate. E altre cinquecento arriveranno in autunno. I rinforzi però ancora non bastano. E allora ecco le chiamate dei supplenti.
"Un anno scolastico molto atteso da studenti, alunni, docenti, dirigenti, personale ATA e genitori, perché è il primo in cui, finalmente, ci si potrà rivedere in viso- spiega il Coordinamento dei Presidenti di Circolo e d'Istituto - vogliamo augurare a tutti un anno pieno di sorrisi e di normalità; quella normalità che è mancata negli ultimi due anni. Il ritorno al confronto 'de visu', il poter nuovamente tornare a far educazione motoria in palestra, il contatto tra pari, è il miglior augurio che potessimo desiderare. Buon anno scolastico a tutti coloro che sanno che la scuola è il futuro del nostro paese".
E in effetti è di nuovo primo giorno di scuola senza mascherine: non accadeva dal 2019. Nel 2020 lo scoppio della pandemia, tutti a casa è in Dad. Studenti e docenti sono potuti, invece, entrare a scuola senza naso e bocca coperti, anche se non è vietato indossare dispositivi di protezione individuale. Non c'è più l'obbligo di misurare la febbre. A casa i positivi, ma per loro non è prevista la Dad. Si può anche andare a scuola con sintomi influenzali. Ma in questo caso si dovrà utilizzare la mascherina.
Non mancano i problemi. La Cisl sarda chiede un investimento straordinario che preveda vere e proprie zone specifiche ad alta densità educativa nei territori più disagiati. La scuola sarda dovrà fare i conti anche quest'anno con presidi, oltre una cinquantina, costretti a sdoppiarsi in due istituti. In attesa magari della revisione dei parametri sulle autonomie legate al numero di iscrizioni. Che sono sempre di meno visto che - secondo i dati della Regione - negli ultimi quattro anni - per colpa della bassa natalità- ha perso circa 15mila alunni. Nell'isola - secondo i dati rilanciati di Save the children rilanciati dalla Cisl - il 13,2% dei minori non arriva neanche al diploma delle superiori in quanto abbandona precocemente gli studi.