Operaio morto alla Saras: patto per sicurezza sul lavoro

Sardegna
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Sciopero e assemblee in aziende e davanti cancelli raffineria

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Sciopero e assemblee dei lavoratori degli appalti e di quelli diretti della Saras per ricordare Stefano Nonnis, l'operaio di 42 anni di Santadi, un centro di poco più di tremila abitanti nel sud Sardegna, che ha perso la vita mentre era impegnato con la ditta d'appalto Turismar a smontare un ponteggio sospeso sull'acqua a 2 metri di altezza, su uno dei moli in cui attraccano le petroliere che riforniscono la raffineria Saras a Sarroch, nella città metropolitana di Cagliari. Un momento anche per riflettere non solo sulle procedure di sicurezza ma anche sul fenomeno delle morti bianche e degli incidenti sul lavoro.
    Secondo il segretario generale della Cgil Sarda Samuele Piddiu, "è una questione di cultura della sicurezza: dobbiamo arrivare a parlare di sicurezza sin dalla scuola dell'obbligo ed è un tema non riguarda solo il lavoratore dipendete ma anche le associazioni datoriali e le istituzioni devono rafforzare sistemi di controllo, oggi insufficienti. Serve patto tra tutti questi soggetti".
    Per Marco Nappi, segretario generale Femca Cisl Sardegna, "il dato oggettivo è che purtroppo di fronte a queste disgrazie abbiamo perso tutti. Oggi è stato però un momento di riflessione per analizzare dove si può migliorare, anche dal punto di vista delle procedure che dovrebbero essere riviste perché è assurdo morire in questo modo in una parte esterna all'impianto di produzione come può essere il pontile" Alessandro Andreatta, coordinatore regionale Uilm Sardegna, annuncia che i sindacati dei metalmeccanici stanno predisponendo una documento unitario per la convocazione di un nuovo coordinamento territoriale "e per chiedere un urgente incontro a Federmeccanica e Confindustria per discutere di sicurezza e analizzare la situazione. Conoscevo personalmente Stefano da circa 6 anni ricorda - era un lavoratore preparato e ci associamo al dolore della famiglia alla quale vorremmo devolvere un contributo. Abbiamo proposto, infatti, alle aziende di riconoscere 4 ore di sciopero e 4 di assemblea retribuita per costituire questo fondo e dare una mano alla famiglia".
   

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