Crolla nel 2022 coltivazione di cannabis sativa nell'Isola

Sardegna

Report del Centro studi Agricoli, "quadro normativo poco chiaro"

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(ANSA) - CAGLIARI, 04 GIU - "Il mercato della cannabis light rappresentava sino allo scorso anno uno dei settori in forte crescita e la Sardegna è ancora oggi la regione con maggiori caratteristiche per la coltivazione, clima, terreni ed esposizione considerati fra i migliori in Europa che fanno sì che le piante di cannabis sativa crescano con migliore sviluppo di massa verde e di migliore qualità. Questo ha giustificato la crescita esponenziale degli ettari coltivati sino al 2021, che in tre anni sono quasi triplicati, sino a subire un drammatico crollo quest'anno a causa di leggi poco chiare che hanno causato decine di arresti e denunce dell'autorità di Pubblica sicurezza, a chi veniva trovato a commercializzare o trasportare o detenere, foglie e infiorescenze". Lo afferma il presidente del Centro studi Agricoli, Tore Piana.
    Si è passati, infatti, dai 1.300 ettari coltivati nel 2021, ai 180 di quest'anno.
    La coltivazione ha diverse finalità per quanto concerne il prodotto finale da ottenere: dal comparto alimentare con farine, olio e semi, all'uso della fibra in bioplastiche ed edilizia, per quegli usi consentiti, per poi passare alle biomasse da estrazione e la produzione delle infiorescenze e delle foglie della cosiddetta cannabis light, sono solo queste ultime a contenere il Cbd che oggi è vietato.
    "Ma il quadro normativo, poco chiaro e molto confuso - denuncia Piana - sta creando un rilevante margine di ambiguità e confusione, fra gli usi leciti e quelli illeciti della pianta".
    "Se si analizzano i dati delle superfici a produzione che dal 2019 con 400 ettari sono passati a 1.300 nel 2021 sino al crollo di poco più 180 ettari quest'anno - conclude Piana - si capisce che il miraggio di guadagni altissimi stava portando in Sardegna a una situazione fuori controllo, che rischiava, o meglio possiamo affermare, era sfuggita di mano al controllo di tutti.
    Registriamo che in Sardegna sono nate alcune associazioni di coltivatori ed alcune aziende produttrici che rispettano le leggi e producono seriamente". (ANSA).
   

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