366/a Festa torna in presenza dopo il Covid,applausi e preghiere
"Sant'Efisio, pensaci tu a Putin". L'ha detto una donna dietro le transenne mentre nel corso Vittorio Emanuele passava il cocchio del martire guerriero per la 366/a edizione della festa a Cagliari dedicata al patrono della Sardegna che, secondo la tradizione, invocato dalla popolazione, nel 1656 aveva liberato la città dalla peste.
Un pensiero alla pace del mondo in una festa che dopo due anni di restrizioni da Covid e di cerimonia intima, quasi solitaria, ha ritrovato l'abbraccio della folla. Migliaia di persone hanno invaso la città per festeggiare di nuovo Sant'Efisio. Molti anche i turisti - alcuni giunti dagli Stati Uniti e da vari Paesi europei - che in un colpo solo hanno potuto ammirare i colori, i costumi e le tradizioni di un centinaio di paesi nella sfilata che ha preceduto il passaggio del santo. Il clou alle 13.30 circa con il saluto e gli applausi davanti al Municipio in una via Roma ricoperta dai petali dei fiori per la tradizionale "ramadura".
Il cocchio ha imboccato la strada verso i luoghi del martirio, a Nora, a una quarantina di chilometri dalla città. Il simulacro ritornerà il 4 maggio per ritrovare posto nella chiesetta di Stampace. La giornata è cominciata proprio dalla chiesetta di Sant'Efisio con la messa dell'alter nos, rappresentante della municipalità nello scioglimento del voto. Per la seconda volta nella storia della festa questo ruolo è stato ricoperto da una donna, l'assessora comunale alle Politiche sociali Viviana Lantini. Il rituale dell'investitura della rappresentante del Comune si è svolto in Municipio mentre nel frattempo da viale Fra Ignazio partiva la sfilata dei costumi e delle caratteristiche traccia, i carri colorati trainati dai buoi. Poi la festa in mezzo alla gente tra applausi e richieste di aiuto al Santo.