Lettera-appello degli ecologisti a ministero, Ispra e Regione
Una petizione per salvare il cervo sardo e scongiurare gli abbattimenti. È l'iniziativa dell'associazione ecologista Gruppo d'intervento giuridico. È la risposta alla Regione per contestare "le recenti dichiarazioni dell'assessore dell'Ambiente Gianni Lampis di aprire la caccia" anche a questa specie. Una lettera-appello è stata inviata, oltre che allo stesso Lampis, al ministro della Transizione Ecologica e al presidente dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra). Una mobilitazione - fanno capire gli ambientalisti - per non disattendere quanto fatto negli scorsi decenni: "Solo una decisa opera di protezione e ripopolamento - spiega Grig - condotta dall' Ente Foreste della Sardegna, dal Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale e dal Wwf (con l'oasi naturale di Monte Arcosu) è riuscita a far diminuire il rischio per la sopravvivenza del cervo del Mediterraneo, consentendo la reintroduzione in varie altre foreste demaniali e in Corsica".
"A parte il fatto - spiegano gli ecologisti - che curiosamente si dimentica che, oltre all'innegabile valore ecologico della presenza del cervo sardo, la specie costituisce un richiamo d'interesse turistico straordinario per l'area dell'Arburese-Guspinese, in ogni caso, gli esemplari che eventualmente venissero ritenuti in eccesso potrebbero esser catturati e reintrodotti, con le opportune procedure, in aree naturalmente vocate e già individuate dagli atti di programmazione regionali: si tratta di uno di quei 'metodi ecologici su parere dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica' che devono essere posti in essere per legge prima anche solo di pensare a qualsiasi eventuale".
Gli ambientalisti chiedono anche al presidente dell'Ispra.
"l'adozione dei provvedimenti di diniego alle proposte di piani di abbattimento del Cervo sardo sotto qualsiasi forma giuridica in assenza dei metodi ecologici previsti dalla legge, nonché il sostegno per gli interventi di cattura e trasferimento degli esemplari verificati in esubero nelle singole aree con la reintroduzione nei siti già individuati dagli atti di programmazione regionali".