Lai, "momento difficilissimo, le aziende sono al collasso"
Gli effetti del conflitto Russia-Ucraina, a causa dei rincari delle materie prime, dell'energia e dei carburanti, come gas, petrolio, grano e alluminio, ma anche per il rallentamento dei flussi turistici, sta mettendo sotto pressione oltre 30mila imprese sarde e circa 95mila addetti, rischiando così di compromettere la ripresa delle aziende isolane. A lanciare l'allarme è l'analisi dell'Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, che si focalizza sulle "imprese in prima linea per l'impatto della guerra nel centro Europa".
Nelle prime linee della guerra dei prezzi e dei mercati sconvolti dal conflitto, sono compresi quasi due quinti (37,6%) degli occupati del sistema produttivo sardo: si tratta di 30.175 imprese, la quasi totalità con meno di 50 addetti (99,6%), con 94.920 dipendenti, oltre quattro quinti (83%) occupati in micro e piccole imprese (MPI). A livello provinciale si osserva un più alto coinvolgimento del sistema produttivo nei settori maggiormente sotto stress a causa del conflitto in corso a Nuoro con il 42% di occupati coinvolti nelle imprese in prima linea, Sassari con il 41% e Sud Sardegna con il 40,4%. Nel dettaglio si collocano nella trincea avanzata i settori con una maggiore intensità energetica: dalla metallurgia alla petrolchimica, dalla carta al vetro, dalla ceramica ai trasporti.
Nei comparti manifatturieri energy intensive sono sempre più numerosi i casi in cui il divario tra costi e ricavi diventa insostenibile, costringendo al fermo dell'attività. Le carenze di materie prime provenienti da Russia e Ucraina, associate a costi crescenti delle forniture, coinvolgono le imprese nei settori dell'alimentare, dei metalli e delle costruzioni, un perimetro in cui operano 15.477 Mpi con 41.189 addetti.
"Le imprese sono al collasso perché non si aspettavano questo ulteriore aumento di costi fissi in tema di energia e di gas: alcune stanno valutando di interrompere le produzioni perché conviene fermarsi piuttosto che lavorare in perdita - - commenta Maria Amelia Lai, presidente di Confartigianato Sardegna -. Il momento è difficilissimo, al caro carburante, all'aumento dei costi in bolletta, alla difficoltà nel reperimento e all'aumento dei costi delle materie prime, agli effetti sulla nostra economia delle sanzioni imposte alla Russia, si aggiunge un elemento estremamente preoccupante: sta venendo meno quel clima di fiducia che, tra mille fatiche, gli imprenditori erano riusciti a recuperare, dopo due anni di pandemia in cui hanno fatto il possibile per reggere l'onda d'urto della crisi".