Si chiude con un bilancio positivo "How to film the World"
DI MARIA GRAZIA MARILOTTI
Quattro giornate nel segno del nuovo cinema e della formazione dei giovani, con un occhio ai temi del lavoro e della migrazione. "Si chiude con un pieno successo How to film the World-Carbonia Film festival", sottolinea il direttore artistico Francesco Giai Via, artefice di un cartellone che ha incontrato il consenso di pubblico e addetti ai lavori. E la città mineraria diventerà set di un docufilm. Al momento è solo un' idea. Ma nove giovani cineasti da tutta Italia, tra i 18 e i 35 anni, ospiti della rassegna, hanno deciso di mettere a disposizione i loro talenti per raccontare la città attraverso un film corale. Hanno seguito le masterclass, assistito alle proiezioni, si sono confrontati con i registi e poi, spinti dalla voglia di scoprire i segreti di Carbonia, hanno visitato i luoghi, incontrato le persone che li abitano, raccolto idee e suggestioni.
Le masterclass sono state uno dei momenti clou della rassegna che ha acceso i riflettori su Carbonia capitale del cinema internazionale e "Fabbrica della creatività". In primo piano il cinema contemporaneo, con una selezione di cortometraggi da tutto il mondo, spettacoli, la mostra Sguardi plurali, incontri con gli autori: tra i protagonisti artisti del calibro di Alexander Nanau, regista rivelazione autore del pluripremiato "Collective", candidato agli Oscar, Alessandro Cassigoli e Kasey Kauffmann con il loro "Californie", Federica Di Giacomo, Vasco Brondi, Max Collini.
"A 'Spazio Sardegna' - ricorda Paolo Serra, direttore del Centro servizi culturali della società Umanitaria di Carbonia - è stato poi presentato in anteprima il trailer del film di Massimiliano Mazzotta 'Chemical Bros', la cui uscita è prevista nel 2022, sullo scandalo del 2017 legato alla Fluorsid e più in generale sulla industria del fluoro e ambiente". Molto apprezzato anche il corto "Issa" di Stefano Cau, uno sguardo poetico sul tema dello spopolamento.
In primo piano la formazione. "Dialogare con grandi registi, assistere alla proiezione dei loro film, entrare nel loro mondo e anche confrontarci su idee e visioni ci ha aperto mondi, punti di vista. E' stato un grande arricchimento", racconta Giovanna Corigliano, 26 anni, di Reggio Calabria. Sulla stessa linea Claudio Pauri, 22 anni, di Ancona. "I luoghi di Carbonia come la piazza, o la miniera, mi hanno dato delle forti suggestioni - confessa - e suggerito idee per un possibile progetto cinematografico. Il desiderio di lavorare insieme è scaturito dall'aver condiviso un'esperienza forte dal punto di vista professionale e umano, fatta di confronto e scambi. Il Festival ci ha dato grossi spunti di riflessione, ci ha messo in discussione, ha creato tra noi una forte unità".
Il gruppo ha lasciato Carbonia con la promessa di ritornare al più presto per mettere a frutto il progetto. E con una convinzione in più: "Il cinema - è il parere unanime di Giovanna Corigliano, Claudio Pauri, Chiara Varese, Emma Cortesi, Gianmarco Perrone, Martina Tomaiuolo, Valentina Mariasole Velardi, Luca Lanzano, Benedetta Masini - è uno strumento culturale potente, capace di dar forma a un immaginario, cambiare scenari, denunciare le storture, lanciare messaggi di speranza, cambiare pezzi di mondo". La Fabbrica del Cinema di Carbonia è pronta ad accoglierli e mettere a disposizione professionalità, strutture e attrezzature.