Sanità: Assl Olbia, "campagna denigratoria contro di noi"

Sardegna

Paziente conferma accuse dopo ricovero per polmonite

Attaccata sui social e sul web con denunce di presunti disservizi a danno dei pazienti ricoverati nel reparto di Medicina dell'ospedale San Giovanni Paolo II, la Assl di Olbia passa la contrattacco, si difende accusando gli autori di avere orchestrato una campagna denigratoria basata su dichiarazioni infondate e annuncia il passaggio alle vie legali per salvaguardare l'immagine e la professionalità della Assl, dell'ospedale e degli operatori che lavorano in reparto.
    Tutto è partito da alcuni video pubblicati sul proprio profilo Facebook da un paziente ricoverato nel reparto di Medicina del San Giovanni Paolo II. Video in cui racconta i suoi giorni in ospedale denunciando sporcizia, promiscuità con paziente positivi al coronavirus, cibo scadente.
    Accuse riprese da alcune testate giornalistiche online a cui la Assl ha deciso oggi di replicare smentendo ogni attacco e annunciando azioni legali contro affermazioni bollate come danni d'immagine. "Attraverso i social network è stata avviata una campagna denigratoria degli operatori sanitari della Assl di Olbia, fondata su situazioni infondate e documentate con artifizi realizzati ad hoc volte a dimostrare, in malafede, la malasanità gallurese, spesso nella violazione della privacy di altri pazienti ricoverati e degli stessi operatori sanitari, ripresi senza alcuna autorizzazione", spiega una nota stampa della Assl gallurese. "La Direzione della Assl di Olbia tutelerà per le vie legali l'immagine dell'Azienda e dei suoi operatori sanitari".

PAZIENTE CONFERMA ACCUSE. "Quanto è accaduto dal 25 gennaio, data del mio ricovero per una polmonite non collegata al Covid-19, è stato documentato tramite dirette, video e foto sui social, perciò è tutto vero e sono infondate le accuse di aver diffuso fake". L'olbiese Marco D'Angelo, che dopo un ricovero al Giovanni Paolo II ha avviato una protesta sui propri profili social contro l'Assl gallurese per denunciare disservizi e disfunzioni riscontrate nella struttura ospedaliera, controreplica così ai vertici dell'azienda sanitaria, che ieri aveva rispedito al mittente le sue accuse e aveva annunciato di voler adire le vie legali per salvaguardare l'immagine e la professionalità della Assl, dell'ospedale e degli operatori che lavorano nel reparto di Medicina. "Una dottoressa mi aveva annunciato che avrei dovuto trascorrere lì un periodo di 14 giorni di quarantena", racconta all'ANSA. "Dopo la diffusione dei video e delle foto mi è stato detto che avrei dovuto fare la quarantena a casa, con mia madre cardiopatica e con altri problemi di salute, in un appartamento piccolo e con un solo bagno".

D'Angelo ribadisce le lamentazioni già espresse sui social e conferma le sue accuse. Nei video denunciava sporcizia, promiscuità con pazienti positivi al coronavirus, cibo scadente. "Attraverso i social network è stata avviata una campagna denigratoria degli operatori sanitari della Assl di Olbia, fondata su situazioni infondate e documentate con artifizi realizzati ad hoc volte a dimostrare, in malafede, la malasanità gallurese", era stata la risposta dell'Assl. "La Direzione tutelerà per le vie legali l'immagine dell'azienda e dei suoi operatori", era l'avvertimento cui l'autore della denuncia social replica. "Ho già dato mandato al mio avvocato, ci vedremo in tribunale", conclude D'Angelo.

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