Le case campidanesi di sei Comuni si aprono ai visitatori
DI STEFANO AMBU
Un patrimonio culturale da salvare. Ma che può anche diventare una possibilità in più per il turismo che cerca, oltre il mare, storia ed esperienze. È la casa campidanese con le sue lollas, i porticati che corrono lungo i muri interni. Vecchie e grandi abitazioni con cortile che un tempo accoglievano la famiglia allargata a mezzo parentado. Ora nasce intorno a Cagliari una rete per valorizzarle. Alcune sono abbandonate, altre ancora abitate. Altre ancora sono già diventate bed and breakfast. A Capoterra ce n'è una con la piscina. Il vantaggio? Si può vivere come nella Sardegna di una volta. Stando a cinque-dieci minuti dal mare.
Attraverso i contatti del Touring club, oltre cinque milioni, si può aprire un "portone": si possono attrarre visitatori sì, ma anche investitori. Una risorsa che può diventare scommessa. All'interno delle abitazioni e nel cortile si commerciava, si cucinava, si portava il raccolto, si svolgeva tutta la vita sociale del vicinato. Si festeggiavano compleanni, matrimoni, nascite e si tenevano veglie funebri. Quasi tutto ruotava intorno alla casa campidanese e alle sue lollas. Ora i portoni si riaprono. Grazie al progetto Lollas: sei Comuni hanno sottoscritto un protocollo di intesa per la costituzione della Rete. A farne parte sono sei centri intorno a Cagliari: Capoterra, Maracalagonis, Monserrato, Quartu Sant'Elena, Selargius, Sinnai. Questa mattina, durante la conferenza stampa nella sala dell'assessorato regionale della Cultura di Cagliari, i sindaci, ospiti dell'assessore Andrea Biancareddu, hanno spiegato il senso del progetto.
"L'idea di Rete Lollas trova la sua origine a Quartu Sant'Elena negli anni '90, quando l'assessore della Cultura di allora fece aprire le case campidanesi ai visitatori e turisti - racconta il sindaco di Quartu e presidente dell'Associazione Enti locali per le Attività Culturali e di Spettacolo Stefano Delunas - per poter ammirare oltre che le particolari caratteristiche architettoniche, anche il grande patrimonio etnografico in esse custodito per secoli. La manifestazione ha avuto un grande successo di pubblico, anche perché l'offerta era stata arricchita da mostre e laboratori, utili per far rivivere le antiche tradizioni legate al mondo agricolo a cui la cittadina, soprattutto per quanto riguarda la tradizione vitivinicola, era ed è ancora molto nota".
Il viaggio potrebbe continuare perché la Rete non è a numero chiuso: accanto ai sei Comuni ci sono altri centri con antiche case campidanesi. La Rete avrà il compito di coordinare la promozione delle iniziative legate alle "Lollas" con l'obiettivo di creare un unico programma di manifestazioni, con un calendario coordinato sotto un marchio unico, "Rete Lollas". Un pò la prosecuzione campidanese di ciò che accade negli ultimi anni con le Cortes apertas di Autunno in Barbagia. Il Comune capofila della Rete per il 2019 sarà Quartu. Per i prossimi anni altri centri verranno nominati a turno.