Riformatori: legge cinema da cambiare

Sardegna
@ANSA

Trasparenza, efficienza e potenziamento della Film commission

Il centrodestra deve modificare la legge sul cinema in Sardegna. I Riformatori hanno presentato una richiesta ufficiale al tavolo programmatico della coalizione in vista delle prossime elezioni regionali. Un input, dunque, che arriva dall'interno dello schieramento e che si concretizza in una serie di punti illustrati ai giornalisti dai vertici del partito, Pierpaolo Vargiu, Michele Cossa e Franco Meloni, e da una operatrice del settore, Enrica Anedda, direttrice di Cinemecum che ha dato il suo contributo alla stesura delle proposte.

"A 12 anni dalla sua nascita la legge è inadeguata e inattuata sotto diversi profili - ha spiegato il consigliere regionale Michele Cossa - serve una nuova legge moderna e funzionale al raggiungimento degli obiettivi: sostenere i talenti sardi nella realizzazione di prodotti cinematografici in grado di raggiungere il mercato globale e attrarre nell'Isola le grandi produzioni nazionali e internazionali". Secondo i Riformatori, la legge sul cinema del 2006 dovrà quindi essere riscritta.

"Serve uno strumento che garantisca trasparenza nell'assegnazione dei contributi e valorizzi l'immagine nella Sardegna nel mondo - ha sottolineato Pierpaolo Vargiu - produzioni come l'Isola di Pietro con Gianni Morandi, per citarne una, hanno favorito un aumento di flussi turistici verso Carloforte". Tra i punti principali della proposta il potenziamento della Film Commission, che deve assumere il ruolo di regia, punto di riferimento per tutte le attività legate al cinema e deve dotarsi di un codice etico.

Ancora: è necessaria l'istituzione di un tavolo di monitoraggio per verificare gli effetti della legge e le sue ricadute culturali e economiche. Prioritario dovrà essere un tavolo di confronto fra tutti gli operatori sardi. "Va poi rivisto il criterio dell'identità sarda, prioritario rispetto alla qualità e alla capacità di incidere sul mercato e far conoscere la Sardegna nel mondo - ha detto Enrica Anedda - nonostante gli straordinari set naturali sono ancora troppo poche le produzioni che scelgono l'Isola e il comparto è inadeguato e disarticolato. Un'occasione perduta".
   

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