A Cagliari una mostra e un percorso di formazione per le scuole
Schedati, perseguitati, sterminati. È quello che è successo in Germania, e in misura minore anche in Italia, durante il periodo del nazismo a malati psichici e disabili. Ed è anche il titolo di una mostra inaugurata a Cagliari alla Cittadella dei musei. Utile, soprattutto per le nuove generazioni, per ricordare il passato e affrontare il presente. Perché, come ha sottolineato l'organizzatore dell'esposizione, Bernardo Carpiniello, docente ordinario di Psichiatria all'Università di Cagliari e direttore della Struttura complessa di Psichiatria dell'Aou del capoluogo, c'è sempre il rischio che la questione riemerga.
"Il problema di oggi si chiama 'stigma' ossia 'marchio'. Se uno ha il marchio di persona affetta da disturbo mentale grave non trova lavoro, spesso non trova casa in affitto - ha spiegato Carpineillo - Interiorizza anche il trattamento che gli viene riservato. E si mette da parte. E' una sorta di malattia aggiuntiva. Bisogna combattere i pregiudizi: uno dei più diffusi riguarda la loro pericolosità. Assolutamente sbagliato".
Per questo alla mostra è legato un percorso di formazione che coinvolgerà le scuole. L'esposizione, curata dalla Società tedesca di Psichiatria, Psicosomatica e Psicoterapia (DGPPN), dalla Società italiana di Psichiatria (SIP) e dal Network europeo per la Psichiatria Psicodinamica (Netforpp), attraverso una cinquantina di pannelli con fotografie, copie di documenti e testimonianze originali, illustra gli orrori avvenuti durante il periodo nazista in Germania, con la sterilizzazione coattiva di circa 400mila persone affette da disturbi mentali e disabilità psichiche e la schedatura e la morte di circa 200mila persone.
La sezione dedicata all'Italia documenta il ruolo svolto da alcuni esponenti ufficiali della psichiatria nazionale nella promulgazione delle leggi razziali volute da Mussolini e a sostegno delle teorie "eugenetiche", le deportazioni verso i campi di sterminio tedeschi di tanti ricoverati con la connivenza delle autorità italiane. E la morte, per mancanza di cibo, medicine e a causa dei bombardamenti, di circa 30mila ricoverati negli ospedali psichiatrici italiani.