Dal 9 all'11 dicembre con Massimo Dapporto e Antonello Fassari
(ANSA) - BOLOGNA, 06 DIC - Una commedia nera con un ingranaggio drammaturgico perfetto, fatto di trovate, energia e divertimento, tra clownerie e astrazioni beckettiane: è "Il delitto di via dell'Orsina" uno degli atti unici più conosciuti di Eugène-Marin Labiche, padre nobile del vaudeville, talento prolifico e sopraffino, capace di svelare con indiavolate geometrie di equivoci e farse, il ridicolo nascosto sotto i tappeti della buona borghesia, in scena dal 9 all'11 dicembre al Teatro Duse di Bologna. Al centro della vicenda due uomini: un ricco nobile ed elegante interpretato da Massimo Dapporto e un proletario rozzo e volgare, intrepretato, invece,da Antonello Fassari.
I due si risvegliano nello stesso letto, hanno le mani sporche, le tasche piene di carbone e non ricordano nulla di quanto accaduto la notte precedente. Quando dal giornale apprendono della morte, in via dell'Orsina, di una giovane carbonaia si convincono di essere stati loro a commettere l'omicidio. Per i due protagonisti, disposti a tutto pur di sfuggire alla presunta colpa e mantenere le apparenze, non resta che far sparire ogni prova .La di regia Andrée Ruth Shammah mantiene intatta la struttura della pochade e del gioco indiavolato degli equivoci ma vira al noir seminando inquietudini all'ombra di qualcosa di ignoto che incombe sulla scena. Così, la Francia perbenista e ottocentesca di Labiche diventa l'Italia del primo dopoguerra, prefascista e conformista.
Alcune battute e personaggi sono rubati, infatti, da altri lavori del drammaturgo francese per dare più spessore alle sottotrame e rendere ancora più stratificata la vita dentro la storia. Per tutto il tempo teatrale, un sottile turbamento, fatto di piccole sospensioni, guida gli attori. Sul palco anche Susanna Marcomeni, Marco Balbi, Andrea Soffiantini, Christian Pradella e Luca Cesa-Bianchi. (ANSA).