Gestione fraudolenta rifiuti, imprenditore denunciato

Emilia Romagna

A Reggio Emilia, nei guai dopo controllo dei Cc Forestali

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Un imprenditore veneto titolare di un impianto di gestione di materiali nella Bassa Reggiana, è stato denunciato a piede libero dai carabinieri per frode in commercio e smaltimento illecito di rifiuti pericolosi venduti come materiale recuperato per l'edilizia. Le verifiche dell'Arma erano scattate da un controllo del territorio nel corso del quale i militari avevano notato la posa di materiale edile anomalo in un cantiere destinato all'edificazione di alcune stalle.
    Ciò aveva poi portato il nucleo investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di Reggio Emilia, con il supporto delle stazioni forestali di Gualtieri e Busana, a tenere d'occhio l'impianto di gestione rifiuti poi sequestrato.
    Del resto ricostruendo la tracciabilità, gli investigatori, coordinati dalla Procura reggiana, anche attraverso l'uso di droni sono giunti a individuare l'impianto di provenienza risultato essere di un'azienda specializzata proprio nel recupero di rifiuti edili. Le verifiche hanno messo in luce come il cosiddetto aggregato misto generato fosse da ritenersi un rifiuto pericoloso ma nonostante ciò fosse stato messo in vendita con tanto di marcatura Ce.
    Nel controllo all'impianto, sono emerse difformità rispetto agli atti autorizzativi e violazioni varie. Alcuni cumuli sono risultati stoccati a pochi metri dal confinante corso d'acqua.
    Anche i pozzetti per raccolta delle acque venute a contatto con i rifiuti del piazzale si trovavano sepolti sotto la montagna di rifiuti. A conclusione dei rilievi cartografici e degli accertamenti documentali, i carabinieri sequestrato l'impianto, misura già convalidata dal Gip. Si tratta di oltre 10mila metri cubi di materiale stoccato illecitamente, pari a circa 16mila tonnellate. È stato inoltre sequestrato il cantiere edile a pochi chilometri di distanza dove circa 5.000 tonnellate di rifiuti pericolosi sarebbero state illecitamente smaltite nella veste fraudolenta, secondo l'accusa, di rifiuto già recuperato per la realizzazione di un piazzale con un'estensione di oltre un ettaro. Ciò ha prodotto un profitto non dovuto per l'impresa che si aggira intorno ai 16mila euro. (ANSA).
   

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