Il 2 e 3 dicembre "La corsa dietro il vento"
Il teatro ha riscoperto la figura di Dino Buzzati: dopo l'opera "La goccia" che nei giorni scorsi ha inaugurato la stagione lirica del Teatro Comunale di Ferrara, lo scrittore di Belluno viene portato in scena, il 2 e 3 dicembre prossimo anche al Teatro Celebrazioni di Bologna da Gioele Dix. Sotto il palazzo in cui abita un grande scrittore, piove dall'alto nel cuore della notte una pallottola di carta.
Che cosa conterrà? Appunti senza importanza o versi indimenticabili da salvare? Da questo affascinante spunto, tratto da un racconto dello scrittore, prende il via il nuovo spettacolo scritto e interpretato da Gioele Dix, "La corsa dietro il vento. Dino Buzzati o l'incanto del mondo".
Ambientato in una sorta di laboratorio letterario, a metà fra una tipografia e un magazzino della memoria, lo spettacolo attinge dal ricchissimo forziere di racconti di Buzzati, tra cui le celebri raccolte Sessanta racconti, Il colombre e In quel preciso momento, e compone un mosaico di personaggi e vicende umane dove ognuno può ritrovare tracce di sé.
Dino Buzzati oltre che scrittore, è stato un talento multiforme (giornalista, pittore, drammaturgo, librettista, scenografo, costumista e poeta), ma soprattutto un fine scrutatore d'anime. E la sua scrittura, insieme realistica e fantastica, corre sempre fulminea al punto, pur non trascurando l'eterna sospensione che caratterizza le umane esistenze. E grazie al suo talento narrativo, assumono forma poetica paure, sogni e fantasie a noi più che familiari. La corsa dietro il vento è un inedito viaggio teatrale grazie al quale Gioele Dix, ispirandosi a personaggi e atmosfere buzzatiane, parla (anche) di sé, dei suoi gusti, delle sue inquietudini, delle sue comiche insofferenze con l'ironia e il gusto del paradosso cui ha abituato il suo pubblico, condividendo il palcoscenico con Valentina Cardinali, giovane attrice talentuosa ed eclettica.
"Ho cominciato a leggere i racconti di Dino Buzzati all'età di dodici anni. La sua voce - scrive Dix - assomiglia spesso alla mia. Lo considero l'inventore di racconti perfetti, che non solo ti avvincono, perché vuoi sapere come vanno a finire, ma ti lasciano sempre un segno dentro, ineffabile però familiare".
(ANSA).