Filarmonica Toscanini in concerto con i talenti italiani

Emilia Romagna

Il 25, 26 e 27 novembre a Parma, Piacenza e Imola

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Reduce dal successo alla Staatsoper Stuttgart con L'elisir d'amore di Donizetti, Michele Spotti, uno dei direttori d'orchestra italiani più interessanti della nuova generazione, torna sul podio della Filarmonica Toscanini per un triplice appuntamento il 25 novembre all'Auditorium Paganini di Parma, il 26 al Teatro Municipale di Piacenza e il 27 al Teatro Ebe Stignani di Imola.
    Il ventinovenne direttore milanese sarà impegnato in un prgramma dedicato a Beethoven e a Ciajkovskij per il qualo lo affiancheranno le soliste Clarissa Bevilacqua (violino), Miriam Prandi (violoncello) e Costanza Principe (pianoforte), tre giovanissime interpreti che già si sono distinte a livello internazionale. Già da alcuni anni la Toscanini dedica particolare attenzione ai giovane musicisti di scuola italiana invitando ogni stagione alcuni talenti emergenti. Dei due compositori, centrali nel cartellone della Filarmonica Toscanini, verranno presentati il Triplo Concerto per violino, violoncello, pianoforte e orchestra, composto da Beethoven tra il 1803 e il 1804 all'ombra della Sinfonia Eroica e della Sonata Appassionata. Nella seconda parte, il virtuosismo strumentale lascerà spazio a quello orchestrale con la Sinfonia n. 5 di Čajkovskij (1888), che, come la "quinta gemella" di Beethoven, è legata al tema del destino.
    "C'è un profondo legame fra Beethoven e Ciajkovskij - spiega Michele Spotti - . Sono sicuramente due innovatori che hanno radicalmente scosso gli animi, ottenendo consensi e dissensi durante la loro carriera. In entrambi è presente la volontà d'evasione dalle forme canoniche che gli stili compositivi avevano imposto fino al loro avvento. Certamente per l'autore russo, la collocazione temporale aiuta a questa nuova Epifania romantica, intrisa di nazionalismi e nuove frontiere armoniche.
    Intense sono le connessioni anche all'atto pratico. Il triplo concerto di Beethoven è nel suo intento assolutamente geniale.
    Concettualmente il significato filosofico dietro a questa composizione è immenso: il non accontentarsi di un solo strumento solista, ma addirittura volerne tre, in un capolavoro di maestosità, formalmente classico, ma spiritualmente già oltre". (ANSA).
   

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