Visioni Italiane premia doc sul mondo del circo in lockdown

Emilia Romagna

E' 'La carovana bianca' di Artemide Alfieri e Angelo Cretella

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Raccontare il mondo del circo e le sue inimmaginabili difficoltà nei mesi del lockdown: lo hanno fatto Artemide Alfieri e Angelo Cretella con 'La carovana bianca' e si sono aggiudicati il Premio Truffelli da 10mila euro al Miglior documentario, istituito per la prima volta dal festival Visioni Italiane, promosso per la 28/a edizione dalla Cineteca di Bologna. La giuria composta da Marco Cucco (docente universitario), Alessandro Gagliardo (regista), Emilio Marrese (regista e giornalista) e Salvatore Mereu (regista) sottolinea "la capacità e la delicatezza con le quali i registi raccontano le vite sospese delle famiglie dei lavoratori del circo.
    Attraverso uno sguardo spigliato e coinvolto, il documentario restituisce con garbo il clima di attesa e di incertezza".
    Altro riconoscimento da 10mila euro è il Premio Pelliconi alla Miglior opera di fiction, assegnato a 'Tria-Del sentimento del tradire' di Giulia Grandinetti, ambientato in una Roma distopica, in cui vige una legge per cui le famiglie immigrate non possono avere più di tre figli. Se ne arriva un quarto, lo si deve far nascere, ma poi uno deve essere ucciso, dando alle femmine la precedenza per il sacrificio. Zoe, Iris e Clio sono tre sorelle, ma una di loro presto verrà uccisa. La giuria, composta da Giovanni Aloi (regista), Cinzia Bomoll (regista), Francesco Costabile (regista), Ippolita Di Majo (sceneggiatrice), Michelangelo Mercuri as N.A.I.P. (artista musicale), ha assegnato il premio a Tria "per come ha saputo unire, con uno stile già molto personale e promettente, una trama originale su un tema complesso, come quello del tradimento, a una visione cinematografica poetica e matura senza essere didascalica, delineando in maniera spontanea relazioni familiari, amore, morte". Il Premio Giovanni Bergonzoni (offerto dal Consorzio Shopville Gran Reno), di 3mila euro, è stato assegnato per la Miglior regia ad Alessandro Rocca per il suo 'Agosto in pelliccia': "Un kammerspiel sudato e ossimorico che con lucido cinismo ci immerge in un universo alla 'brutti sporchi e cattivi'. Un cortometraggio dall'epica ferreriana, dilatata e porosa, accompagnato da attori anarchici in stato di grazia". (ANSA).
   

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