Mustafa e Munzir, la speranza riparte da Budrio

Emilia Romagna

Tra pochi giorni inizierà il percorso protesico riabilitativo

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Dopo nove mesi a Siena, il percorso di accoglienza in Italia di Mustafa e della sua famiglia da oggi continua a Budrio, nel bolognese. Qui il piccolo siriano di 6 anni, senza arti dalla nascita a causa dell'esposizione della madre incinta al gas nervino durante la guerra in Siria, vivrà con tutta la famiglia: il padre Munzir, rimasto senza una gamba per lo scoppio di una bomba, la mamma Zeynep, le sorelline minori Nur, Sacide e l'ultima nata a luglio a Siena, Maria.
    Oggi nella cittadina della Bassa bolognese, sì è svolta la presentazione del progetto di accoglienza con il passaggio di testimone da parte di don Vittorio Giglio, vicario episcopale dell'arcidiocesi di Siena e Anna Ferretti della Caritas senese che per nove mesi si sono presi cura della famiglia El-Nezzel a tutti i protagonisti bolognesi, a partire dal comune di Budrio con la sindaca Debora Badiali e i rappresentanti di Asp, Città metropolitana di Bologna e cooperativa Cidas. Entro dieci giorni è in agenda la prima visita sanitaria al Centro d'eccellenza Inail di Vigorso: "Vogliamo restituire o attribuire loro il maggior livello di autonomia - spiega Simona Amadesi, del centro Protesi Inail - Partiremo con il trattamento per Munzir, perché riteniamo che sia importante il ruolo del papà come modello, per stimolare da parte di Mustafa uno spirito di emulazione".
    Felice la mamma Zeynep: "Abbiamo trovato una bella accoglienza qui a Budrio, la casa è spaziosa, luminosa; i bambini saranno iscritti alle scuole, siamo contenti". E Mustafa intanto saluta - "ciao a tutti" - e sorride giocando con il suo skateboard. (ANSA).
   

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