Programma dell'Università di Ferrara nel progetto 'Air-Break'
Un programma di monitoraggio dello stato idrico del terreno è stato avviato nel contesto del progetto 'Air-Break' da parte dell'Università di Ferrara per un investimento complessivo di circa 4.500 euro. La siccità attuale, e più in generale la diminuzione della disponibilità di acqua a causa dei cambiamenti climatici, spiega l'Università, è un problema che per essere affrontato efficacemente richiede la raccolta e l'elaborazione di una serie di dati ambientali. Il monitoraggio appena avviato ha quindi lo scopo di analizzare varie condizioni ambientali, tra cui il tenore di umidità e la temperatura del terreno.
Il sistema di sensori è stato installato dalla docente del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra dell'Università di Ferrara, Claudia Cherubini: l'obiettivo è monitorare una serie informazioni relative al mantenimento della capacità di campo dei terreni (ossia il grado di umidità ottimale per le colture) e al processo di percolazione dell'acqua piovana nelle falde.
Tutti i dati raccolti serviranno a sviluppare sistemi per prevenire situazioni critiche sotto il profilo idrico e a mettere in atto interventi per mitigare gli effetti di periodi siccitosi come quello che stiamo attraversando.
"L'ondata di siccità che prosegue dall'inizio dell'anno non si poteva evitare - ha detto l'assessore all'Ambiente di Ferrara Alessandro Balboni - ma una visione a lungo termine, consapevole del costante peggioramento delle condizioni climatiche, ci impone di studiare strategie per minimizzare le conseguenze e stanziare fondi per mettere in campo contromisure. Questo è lo scopo delle nostre rilevazioni: riuscire ad avere un quadro dettagliato del delicato aspetto idrico del nostro territorio, introducendo poi strategie innovative per migliorarne le condizioni". (ANSA).