Taser alle forze dell'ordine, botta e risposta Cgil-Nsc E-R

Emilia Romagna

'Elemento di rischio'. 'No, evita conseguenze peggiori'

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Botta e risposta tra sindacati in Emilia-Romagna sull'uso del taser da parte delle forze dell'ordine "e addirittura nel corpo di polizia municipale", come scrive la Cgil regionale, dicendosi preoccupata perché "tale strumento è classificato come una vera e propria arma". E dicendo che si tratta di un "elemento di rischio anche per le lavoratrici e i lavoratori dei comparti sicurezza": per questo chiede che le istituzioni locali, "evitino scorciatoie per trattare i temi della sicurezza.
    "Non possiamo non stigmatizzare - ha replicato il Nuovo Sindacato Carabinieri - tali prese di posizione che vanno di sicuro contro la collettività. Erigersi a difensore del lavoratore e allo stesso tempo ostacolarlo nel salvaguardia della propria e altrui sicurezza non è forse un ossimoro?", domanda il segretario generale regionale Giovanni Morgese.
    "Chi si oppone all'utilizzo del taser - prosegue - contesta il fatto che vi sia il rischio che vengano utilizzati con troppa facilità, ma le regole di ingaggio per gli operatori di polizia ne consentono l'uso solo come estrema ratio. Inoltre, il solo avvertimento di ricorrere all'uso della pistola elettrica, nella maggior parte dei casi, ha prodotto buoni risultato in termini di deterrenza". Il personale di polizia e carabinieri che usa il taser, ricorda infine il sindacato, ha frequentato corsi di formazione. "Il taser è quindi, a parere unanime di tutti gli operatori di polizia, uno strumento che permette di evitare conseguenze peggiori, sia per l'operatore sia per coloro che vengono fermati", conclude il segretario Nsc Bologna Giovanni Santagata. (ANSA).
   

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