Ritratti di attori e registi realizzati con materiali di scarto
(ANSA) - BOLOGNA, 07 APR - Cavi elettrici per immortalare Pier Paolo Pasolini intento a conversare con Laura Betti e Goffredo Parise, mentre per riprodurre Monica Vitti, fotografata sul set di 'Deserto rosso' di Antonioni, sono state usate cialde di caffè e fili di rame. E poi cerniere per Gerard Depardieu, diretto da Bernardo Bertolucci in 'Novecento', e scarti di cartiera per Marco Bellocchio: sono alcune fra le tante curiosità che sarà possibile scoprire nella mostra 'Emilia-Romagna terra di cineasti', che spiega come qualsiasi materiale di scarto può essere recuperato e trovare una "nuova vita" come, ad esempio, trasformarsi in un'opera d'arte. La mostra, promossa dal Gruppo Hera, sarà ospitata a Bologna dall'Assemblea legislativa regionale dall'8 al 21 aprile.
Attraverso il riciclo di oggetti non più utilizzati sono stati realizzati ritratti di attori e registi legati al territorio, per biografia o per l'ambientazione delle loro pellicole: Pier Paolo Pasolini, Marco Bellocchio, Pupi Avati, Monica Vitti, Stefano Accorsi, Elio Germano e tanti altri. Ogni personaggio è stato rappresentato attraverso l'uso, quasi sempre, di un solo materiale. Curata da Gian Luca Farinelli, direttore della Fondazione Cineteca di Bologna, l'esposizione è stata realizzata grazie a un'accurata selezione dei materiali e al coinvolgimento di studenti e docenti delle Accademie di Belle arti di Bologna, Ravenna e Firenze, che hanno potuto attingere anche dall'archivio documentale messo a disposizione dalla Cineteca.
"La tutela dell'ambiente e la svolta verso un'economia circolare - dice la presidente Emma Petitti - sono temi sui quali l'Assemblea legislativa pone un'attenzione costante. I cambiamenti climatici, economici e sociali impongono una seria riflessione e l'arte, attraverso i suoi linguaggi, offre ottimi stimoli". "Con questa mostra - aggiunge Tomaso Tommasi di Vignano, presidente esecutivo del Gruppo Hera - rendiamo omaggio al grande cinema del territorio con la consapevolezza che un'epoca come la nostra, segnata da profonde ferite, ha estremo bisogno di dare spazio, occasioni e ossigeno alla risorsa più imprescindibile per progettare un futuro diverso: l'immaginazione". (ANSA).