Il caso nel Ravennate, inchiesta su paziente deceduto nel 2019
Prima gli sono state prescritte e somministrate benzodiazepine, che hanno depresso il sistema respiratorio, senza sottoporlo a controlli adeguati. Poi, una volta entrato in coma, non gli hanno praticato la ventilazione meccanica, l'unico intervento efficace, a quel punto, per farlo riprendere. Sono queste, secondo la perizia medico-legale disposta dal Gip di Ravenna che segnala varie omissioni, le condotte dei medici che hanno avuto in cura a Lugo un 81enne, morto in ospedale il 20 dicembre 2019. I periti, il medico legale Donatella Fedeli e il geriatra Vincenzo Pedone erano stati nominati con incidente probatorio, nell'ambito dell'inchiesta per omicidio colposo con 11 medici in servizio all'Umberto I indagati. I medici sono difesi dagli avvocati Ermanno Cicognani, Giovanni Scudellari, Claudio Cardia, Antonella Monteleone, Alessandro Vasi. Le figlie dell'anziano sono assistite dall'avvocato Chiara Rinaldi.
La denuncia dei familiari aveva segnalato ritardi e un comportamento 'attendista' da parte del personale sanitario e che all'anziano, ricoverato un mese prima per una caduta e senza patologie termi, erano state somministrate massicce dosi di farmaci neurolettici, senza accorgersi dell'aggravamento della situazione. I periti hanno individuato responsabilità e carenze, con una gestione farmacologica prescritta senza controlli dovuti, in paziente fragile, che ha favorito l'insufficienza respiratoria e il suo aggravamento e poi l'omissione di quello che viene ritenuto l'unico intervento correttivo, la ventilazione artificiale.