Madre sottrae figlia e la porta a Taiwan, appello del padre

Emilia Romagna

Battaglia legale, la donna è citata a giudizio a Bologna

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"Mia figlia è stata sottratta dalla madre e portata a Taiwan. Aiutatemi a riportarla a casa". Il grido d'allarme è di un 47enne imprenditore di Bologna opposto in un contenzioso legale all'ex compagna. La donna, taiwanese, è accusata di sottrazione e trattenimento di minore all'estero dopo che nel gennaio 2019 ha portato la bambina (che ha doppio passaporto) in patria - facendosi rilasciare con l'inganno un passaporto taiwanese nuovo (sequestrato poi dagli inquirenti) a fronte di una falsa denuncia presentata alle autorità - senza più fare ritorno in Italia. Neppure per l'udienza fissata con citazione a giudizio della Procura bolognese, in seguito alle indagini coordinate dal pm Michele Martorelli.

Il padre - tramite le avvocate Manuela Tirini del foro di Bologna ed Elena Fabbri del foro di Rimini (in rappresentanza dell'associazione Gens Nova che tutela i minori) - ha intentato una causa nel Paese asiatico, appoggiandosi all'avvocato taiwanese Hsieh Reggie, ma ancora non è riuscito, nonostante una prima pronuncia a lui favorevole, a far tornare in Italia la bimba. "Per diverso tempo non si ha avuto traccia della figlia, persino le autorità taiwanesi non sapevano dove si trovasse - raccontano all'ANSA i legali - Solo dopo circa sei mesi abbiamo saputo che frequentava una scuola locale. Da allora i contatti tramite videochiamata sono stati estremamente rari e di soli pochi minuti. Nonostante i diversi tentativi del padre di andare a trovarla, non gli è mai stato consentito dalla madre di poter interagire da solo con la figlia, impedendogli di esercitare i diritti genitoriali in quanto l'affidamento era stato fino a quel momento condiviso".

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