'Dovevo fare qualcosa', ora profughi ospiti a casa a Modena
"Ho visto le immagini di cosa stava succedendo in Ucraina e ho pensato ai miei amici. Dovevo fare qualcosa, altrimenti non avrei dormito di notte". Così Davide Barbieri, 51 anni, ingegnere informatico e docente dell'Università di Ferrara, racconta alla Nuova Ferrara come ha deciso di mettersi sull'auto, percorrere oltre tremila chilometri, e mettere in salvo quattro persone, di cui un ragazzo di 13 anni, dalla furia della guerra. Una sua amica, sua sorella e i figli, racconta, sono al sicuro a Modena, sua città natale. "Appena ho visto in tv i carri armati che sparavano in Ucraina ho capito che il pericolo di un'invasione era ormai una realtà e mi sono messo in contatto con Lana e la sua famiglia - spiega - Ci siamo conosciuti anni fa in vacanza e siamo sempre rimasti in contatto. Da venerdì scorso abbiamo mantenuto un collegamento costante via chat. E ovviamente le loro notizie mi preoccupavano". La sua amica Lana abitava a Kiev, dirigente nel settore commerciale della radio di Stato ucraina. Sua sorella ha un marito riservista chiamato in servizio nell'esercito ed era rimasta sola con due figli. Barbieri li ha recuperati al confine con la Slovacchia.