Balneari: E-R, buona base di partenza ma ora ascoltare territori

Emilia Romagna

Corsini,'definire 4-5 criteri base poi lasciare spazio a locali'

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Il via libera annunciato ieri dal Consiglio dei Ministri alla riforma delle concessioni balneari è "una buona base di partenza per un primo passo non scontato". Ne è convinto l'assessore regionale al Turismo e Commercio dell'Emilia-Romagna, Andrea Corsini, secondo cui nel provvedimento disegnato dall'Esecutivo, "sono contenuti in buona parte i criteri che noi, Regione, Comuni costieri e associazioni di categoria, avevamo individuato come irrinunciabili e imprescindibili" tra i quali il riconoscimento del valore d'impresa, la remunerazione degli investimenti realizzati, il riconoscimento dell'esperienza maturata negli ultimi cinque anni nella gestione degli stabilimenti, la tutela del lavoro, il riconoscimento e la salvaguardia delle piccole imprese.

A giudizio dell'assessore emiliano-romagnolo, però, "ora è fondamentale che nell'iter parlamentare della legge si ascoltino i territori perché ci sono alcune correzioni imprescindibili da inserire nel testo per far sì che la norma sia buona e giusta. Ne indico due: i tempi e le specificità". Ad ogni modo, argomenta ancora Corsini, "vanno definiti 4-5 criteri generali e poi bisogna lasciare ai territori, a Regioni e Comuni, in base alle proprie specificità, la possibilità di attribuire ulteriori punteggi da inserire nei bandi". Ad esempio, per i servizi collettivi di salvamento, un elemento di qualità legato alla sicurezza, e per quelli di pubblica utilità, come la collaborazione con enti del terzo settore e associazioni di volontariato".

In Emilia-Romagna abbiamo un patrimonio di oltre mille stabilimenti balneari, sui circa 6.800 dell'intero Paese. Parliamo di 45-50mila posti di lavoro, per la nostra regione, senza contare l'indotto. È giusto - chiude Corsini - mettere ordine a un settore fondamentale dell'economia ma occorre procedere insieme, ascoltando i territori per evitare, dopo due anni di Covid e di enormi difficoltà, di penalizzare ulteriormente la capacità imprenditoriale sana del Paese. E l'Emilia-Romagna, come sempre, è pronta a dare il proprio contributo".

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